Cinque Terre, il ticket da 5 euro per la Via dell’Amore fa litigare i sindaci della zona
Ogni storia d’amore porta con sé le sue polemiche e le sue liti. E anche la Via dell’Amore, il sentiero delle Cinque Terre pubblicizzato come «la passeggiata più romantica del mondo», non fa certo eccezione. Il sentiero con vista mare è finito al centro di un battibecco tra i sindaci della zona, nato dall’introduzione, a partire dal 1° luglio, di un biglietto da 5 euro per percorrere i primi 160 metri su un totale di 900. La decisione è stata presa dal comune di Riomaggiore e prevede che gli unici esentati siano residenti, ex residenti e proprietari di seconde case nel piccolo paese ligure. Ed è proprio la sindaca di Riomaggiore, Fabrizia Pecunia, a spiegare i motivi della scelta: «La gestione della Via dell’Amore al momento è sperimentale. Regolamentare gli accessi non solo è necessario per motivi di sicurezza ma anche per offrire ai visitatori un’esperienza consapevole. Qui il prossimo anno nascerà un museo a cielo aperto». Al momento il sentiero è oggetto di un intervento di messa in sicurezza costato 20 milioni di euro. Un’opera approvata nel 2012, quando una frana rischiò di uccidere quattro turiste italiane, e che sarà completata a luglio 2024.
Se l’amministrazione di Riomaggiore difende la scelta di introdurre un biglietto a pagamento, lo stesso non si può dire per gli altri comuni che compongono le Cinque Terre. I comitati di Monterosso, Vernazza e Corniglia hanno lanciato una campagna social dal titolo piuttosto eloquente: «L’amore non ha prezzo». Ai tre amministratori locali non va giù il fatto che il ticket per la Via dell’Amore non sia incluso nella «Cinque Terre card», il biglietto che dà accesso a tutti i sentieri e i servizi della zona al prezzo forfettario di 7,50€. «Siamo di fronte al rischio concreto di un cambiamento di paradigma dell’offerta unitaria e non se ne ravvisa il fondamento», attacca Emanuele Moggia, sindaco di Monterosso. La prima cittadina di Riomaggiore, però, non indietreggia. E, pur concedendo qualche apertura sull’ipotesi di includere il percorso nella «Cinque Terre card», difende la sua decisione: «Sono 160 metri, non è pensabile concedere il libero transito ai 4000 residenti dei Comuni. Serve un nuovo modello di turismo».
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