Le liti su Orsini e Corona e la solitudine: Bianca Berlinguer spiega perché ha lasciato la Rai per Mediaset
Bianca Berlinguer è ufficialmente un volto Mediaset. La giornalista guiderà un programma su Rete4 dopo l’addio a Raitre. E oggi, dopo la presentazione dei palinsesti del Biscione, parla di viale Mazzini, del suo sentirsi “estranea” e “un fastidio” e degli ostacoli che ha dovuto superare a Cartabianca. In primo luogo le battaglie per mantenere in trasmissione Alessandro Orsini e Mauro Corona. Poi di Barbara D’Urso, con la quale non si sente in contrapposizione e che aveva invitato in tv. E infine anche di Pier Silvio Berlusconi: «Sarò sempre una donna di sinistra ma oggi Mediaset dà più garanzie di libertà». E cita Matteo Renzi: «Quando ero direttore del Tg3 richiedeva due servizi al giorno. Uno contro i 5 Stelle e un altro contro Bersani. Vedo che oggi il suo giornale attacca me e altri perché avremmo ceduto al richiamo dei soldi».
I casi
Berlinguer parla in due diverse interviste a il Fatto e a La Stampa. Tra i casi che l’hanno portata all’addio cita Corona e Orsini: «Per un anno intero hanno allontanato Mauro Corona, una figura importante per la mia trasmissione. Si trattava anche di una questione di principio: è impensabile interferire così pesantemente con l’identità di Cartabianca senza il mio accordo. L’ex ad Carlo Fuortes lo reintegrò e gliene sono ancora grata e poco tempo dopo scoppiò il caso Alessandro Orsini e anche allora ho dovuto sostenere una battaglia in Rai perché si può non condividere il suo pensiero ma le sue posizioni hanno tutto il diritto di essere rappresentate perché corrispondono a una fetta dell’opinione pubblica nazionale». Quando Michela Tamburrano le ricorda che i due casi risalgono a mesi fa, replica: «Ho subito tutto questo fino a quando un mese fa mi sono resa conto che nulla sarebbe cambiato davvero e che tutte le promesse e le garanzie rispetto al ruolo e allo spazio affidati dalla Rai alla mia trasmissione erano prive di fondamento. Una spia molto significativa si trovava nel fatto che, per l’ennesima volta, mentre tutte le reti proteggono i loro prodotti con un lavoro di squadra e con la massima solidarietà interna, ogni martedì scoprivo che su La 7, la trasmissione mia concorrente, era affollata di volti noti della Rai. Tutto questo conferma quanto poco il tuo editore tenga a te».
Le pressioni
Fa anche i nomi: Sigfrido Ranucci, Monica Maggioni, Giovanna Botteri, Corrado Augias, Marco Varvello. Ad Alessandro Ferrucci invece dice che gli attacchi sono venuti dalla precedente gestione del Pd. E che da Elly Schlein non ha subito alcuna pressione. Ci tiene anche a precisare di non aver chiesto di non avere concorrenza interna: «Ma figuriamoci, sciocchezze, di questo abbiamo riso al telefono, lei e io. Sono piccinerie che non ci appartengono. Non si lascia la Rai dopo 34 anni per 5 puntate di una collega peraltro molto brava come Francesca Fagnani». Dice anche che l’amministratore delegato Roberto Sergio l’ha chiamata per chiederle di cambiare idea dopo le indiscrezioni. Nega che tra i contrasti ci sia stata la striscia quotidiana di Marco Damilano, che – precisa – le è stata offerta. Poi ricorda che a Mediaset la avrà, alternandosi alla conduzione con Nicola Porro.
Il padre
Risponde anche su Enrico Berlinguer: «Io ho 63 anni, quando mio padre è morto ne avevo 24. L’anno venturo saranno 40 anni. E credo di poter rivendicare il diritto di essere valutata per quello che sono e per quello che faccio. Sono consapevole e felice di portare un cognome ancora oggi tanto amato. Un dono della vita essere stata sua figlia. Un’eredità onerosa che vivo con orgoglio. Ma poi come tutti devo essere chiamata a rispondere di ciò di cui solo io sono responsabile». Nessuna abiura? «Ma per carità. Sono una donna di sinistra e lo sarò sempre. Anche se sono stata attaccata più dalla sinistra che dalla destra». Infine, con il Fatto parla del nuovo programma: «Mauro Corona ci sarà certamente. Avrò un budget per gli ospiti: è una dura necessità imposta dalla concorrenza». Infine, viale Mazzini. Hanno lottato per trattenerla? «Neanche un po’».
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