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Il drink, l’amico, la violenza: cosa c’è nella denuncia della ragazza che accusa Leonardo Apache La Russa di stupro

08 Luglio 2023 - 04:39 Redazione
leonardo apache la russa ignazio la russa
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Il racconto della serata e del giorno dopo. Il bacio e la clinica Mangiagalli. E la positività delle analisi

È l’Aphopis Club la discoteca di Milano in cui la ragazza che poi lo ha denunciato per stupro ha incontrato Leonardo Apache La Russa. La notte era quella tra giovedì 18 e venerdì 19 maggio scorsi. Mentre la denuncia, inviata via Pec dall’avvocato Stefano Benvenuto risale al 29 giugno. Oggi alcuni giornali ne raccontano nel dettaglio il contenuto. Mentre La Verità sostiene che il testo fosse nella disponibilità del Corriere della Sera già in quei giorni. La ragazza sostiene che Leonardo ha anche ammesso di aver avuto rapporti sessuali con lei a sua insaputa. E ha dichiarato di aver fumato cannabis e sniffato cocaina per due volte durante la serata. Oltre all’assunzione di farmaci come Xanax e Fluoxetina. Mentre alla clinica Mangiagalli le è stata riscontrata la presenza di benzodiazepine nel sangue.

Il racconto della serata

Dal racconto della denuncia è possibile ricavare un racconto coerente della serata e di quello che è successo il mattino seguente. La storia si dipana in 23 punti. «A mezzanotte con la mia cara amica M. sono andata alla discoteca Apophis Club. Quando siamo arrivate ci siamo messe a ballare e ci ha raggiunto anche un’altra ragazza. Mi sono accorta della presenza di un mio compagno di scuola del liceo: Leonardo Apache, figlio del politico Ignazio La Russa. Ci siamo salutati. Da quel momento non ricordo più nulla», racconta la ragazza come riporta La Stampa. L’Apophis è un club membership only, ovvero si accede tramite iscrizione. Si trova in via Merlo. La scena successiva si svolge in una casa di Milano: «Mi svegliai in assoluto stato confusionale, non ricordandomi cosa avvenne la sera prima, nuda nel letto con a fianco Leonardo La Russa». A quel punto «chiesi espressamente cosa era successo, come eravamo arrivati a casa, dove fossimo». Allora Leonardo Apache le risponde: «Supino nel letto con me, anche lui nudo, mi disse, “siamo venuti qui dopo la discoteca, con la mia macchina”». E la ragazza racconta anche dell’altro ragazzo: «Mi confermò (Leonardo, ndr) che sia lui sia il suo amico avevano avuto un rapporto con me a mia insaputa». L’altro ragazzo si sarebbe fermato a dormire in un’altra stanza. L’altro ragazzo, N., fa il deejay.

La versione della ragazza che accusa Leonardo Apache

A quel punto lei contatta l’amica M. Che le spiega: «Tu stavi benissimo fino a prima che (Leonardo) ti portò il drink». Poi le dice che lei ha provato a portarla via senza successo. «Mi svegliai in assoluto stato confusionale, non ricordandomi cosa avvenne la sera prima, nuda nel letto con a fianco Leonardo La Russa». A quel punto «chiesi espressamente cosa era successo, come eravamo arrivati a casa, dove fossimo». Allora Leonardo Apache le risponde: «Supino nel letto con me, anche lui nudo, mi disse, “siamo venuti qui dopo la discoteca, con la mia macchina”». E la ragazza racconta anche dell’altro ragazzo: «Mi confermò (Leonardo, ndr) che sia lui sia il suo amico avevano avuto un rapporto con me a mia insaputa». L’altro ragazzo si sarebbe fermato a dormire in un’altra stanza.

La clinica Mangiagalli e il bacio

«Lei stessa mi invitò a recarmi al Pronto soccorso, prodigandosi nell’accompagnarmi, chiesi aiuto anche a lei». E ancora: «Parlai anche di questi episodi a mia madre e lei stessa mi accompagnò all’Ospedale Mangiagalli». Il racconto poi torna alla mattina in casa di Leonardo: «Dopo aver sentito da lui cosa avvenne, dopo che lo stesso mi ha dichiarato di avere avuto un rapporto con me certamente sotto effetto di sostanza stupefacente (infatti non ricordo nulla di quanto avvenuto dalla discoteca al mio risveglio), presa dalla vergogna ho richiesto i miei vestiti, che non erano nella stanza». A quel punto Leonardo sarebbe sceso al piano di sotto. «Capii di essere in un immobile a due piani, la camera aveva un letto a una piazza e mezza». Infine, i saluti: «Leonardo sulla porta, per farmi uscire, mi disse, “pretendo un bacio, se no non ti faccio uscire”, a quel punto si avvicinò e mi baciò contro la mia volontà. Non dissi nulla per paura».

La comparsa di Ignazio La Russa

Poi la ragazza racconta la comparsa di Ignazio La Russa, peraltro confermata dal presidente del Senato. Si sarebbe affacciato in camera e l’avrebbe salutata «vedendomi nel letto». Poi «se ne andò via». Lei dice di aver percepito in casa anche una voce di donna. Dovrebbe essere quella della moglie di La Russa (e madre di Leonardo) Laura De Cicco. La ragazza dice di non sapere se fossero arrivati in mattinata o se fossero già presenti in casa. In compenso descrive l’immobile: «Molto grande, con corridoi e altre stanze. Ricordo vagamente di essere stata nel salotto». Torna sul bicchiere offerto: «L’unico dato certo che posso riferire è che Leonardo mi ha dato un drink, mi ha portato a casa sua, senza che io fossi nelle condizioni di poter scegliere cosa fare, mi ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali, lui e l’amico, sempre a mia insaputa; la mia amica mi ha riferito che dopo l’assunzione di quella bevanda alcolica non era più in grado di parlare normalmente; mi disse che ero stata drogata».

L’uscita dalla casa

La ragazza si veste ed esce di casa. Si appunta l’indirizzo dell’abitazione. Chiama l’amica che la raggiunge e la convince a dire tutto alla madre. Che la porta alla visita con procedura di stupro alla Mangiagalli. Il referto riscontra una «ecchimosi superficiale di 2,5 e 1,5 centimetri a livello della cute del collo e un graffio non sanguinante di cinque centimetri a livello della faccia laterale della coscia sinistra». Il giorno successivo Leonardo la contatta via Instagram perché non ha il suo numero di cellulare. Lei non risponde. Qualche giorno dopo parlando con l’amica apprende che la serata in discoteca l’ha organizzata Leonardo e il dj che avrebbe dormito nell’altra stanza. Il Fatto Quotidiano aggiunge che il cellulare del ragazzo non è stato ancora sequestrato. L’altro amico non è indagato. Ma il suo telefono, insieme a quello della ragazza, è stato invece “acquisito” dai magistrati. La delega ad indagare per la squadra mobile è arrivata ieri.

L’avvocato e lo scoop

Giacomo Amadori su La Verità sostiene anche che la denuncia fosse in possesso del Corriere a ridosso della presentazione in Questura. Da prima che finisse sul tavolo delle pubbliche ministere che indagano: Letizia Mannella e Rosaria Stagnaro. Benvenuto è un civilista esperto di trust, di diritto societario e di famiglia. Il Fatto invece ipotizza che il telefono non sia stato sequestrato perché non intestato al ragazzo, ma al padre. Bisogna in ultimo ricordare che il codice penale in Italia punisce la violenza sessuale sia per costrizione che per induzione. Ovvero anche chi agisce approfittando della condizione di menomazione della presunta vittima. La ragazza testimonierà nelle prossime ore in procura.

Foto copertina da: Quotidiano Nazionale

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