Endurista percorre in moto i boschi del Varesotto e viene disarcionato da un cappio di metallo piazzato tra due alberi. Ferito al collo
Stava percorrendo con la sua moto un sentiero tra i boschi di Venegono Inferiore (Va) lo scorso 8 luglio quando, all’improvviso, ha beccato un cappio tra due alberi, perdendo il controllo della sua Enduro e finendo a terra. Il direttore sportivo del Moto Club di Abbiate Guazzone, Daniele Cirrincione, è rimasto ferito al collo da un cavo d’acciaio chiuso a cappio con nodo scorsoio, posizionato proprio sul percorso. Secondo quanto riporta Repubblica Milano l’endurista stava controllando il tracciato di gara della competizione organizzata dal suo moto club, prevista il prossimo 8 ottobre, con partenza da Tradate. La competizione è autorizzata dal Comune di Venegono. L’episodio che ha coinvolto Cirrincione poteva finire peggio se l’uomo, oltre ad andare a una velocità limitata, non fosse stato assistito subito dagli altri motociclisti presenti in zona intenti a ripulire l’area dai rifiuti.
La guerra tra enduristi e ambientalisti nei boschi del Varesotto
Nei boschi del Varesotto è in corso da tempo oramai una serie di contrasti tra enduristi e ambientalisti. Questi ultimi sostengono che il passaggio delle moto nel cuore di questo ambiente naturale sia una pratica invasiva e pericolosa per la fauna e le piante della zona. I carabinieri della Compagnia di Saronno non hanno ricevuto alcuna denuncia in relazione al fatto e non risultano recenti episodi. Giovanni Copioli, Presidente di Federmoto, si è detto «esterrefatto da quanto accaduto». «Non è ammissibile – spiega in una nota – che durante una uscita in moto si rischi la vita in questo modo. Porre un ostacolo qualsiasi su un sentiero dove possono transitare pedoni, bici e moto è comportamento delinquenziale. È necessario continuare a lavorare per far capire che l’endurista è una risorsa per il territorio: lo tutela raccogliendo rifiuti, ripristinando i percorsi di gara, manutenendo il verde. Ma non solo: i motociclisti sono fondamentali nelle azioni di soccorso alle persone nelle zone più impervie o nell’anti incendio boschivo. Tutte queste attività sono riconosciute, anche attraverso protocolli di intesa, dalle autorità locali e dalle forze dell’ordine, che a più riprese richiedono la nostra collaborazione».
(foto copertina Motoracingsport/Fb)
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