Israele, via libera del parlamento alla clausola di ragionevolezza nella riforma giudiziaria: scoppia la rivolta
Il parlamento israeliano ha approvato in prima lettura (su 3), con 64 voti a favore, uno dei punti principali della riforma giudiziaria del governo di Benjamin Netanyahu: la riforma della clausola di ragionevolezza. Si tratta della possibilità per la magistratura di pronunciarsi sulla ragionevolezza delle decisioni del governo. Una misura molto controversa. Secondo il premier e i partiti di destra, di estrema destra e religiosi, garantisce un migliore equilibrio dei poteri. Mentre i critici la vedono come una minaccia alla democrazia israeliana e alle sue garanzie istituzionali. Tutti i 56 deputati dell’opposizione hanno votato contro la riforma. Se già durante i dibattiti, i manifestanti sono stati trascinati fuori dall’edificio della Knesset, oggi in Israele è iniziato il giorno di resistenza e azione nazionale contro la misura del governo di Netanyahu.
Giornata di proteste e città bloccate
Secondo quanto riferiscono i media locali, ci sono blocchi stradali a Haifa, Gerusalemme, a Tel Aviv, nel centro di Israele a Karkur e in molti altri punti chiave dove è dovuta intervenire la polizia con diversi arresti. «Lo spettacolo dell’orrore della notte scorsa alla Knesset è servito come un duro promemoria del momento critico in cui ci troviamo. Di fronte a una coalizione dittatoriale, solo il popolo può salvare Israele», hanno denunciato le organizzazioni delle proteste. Dal canto suo, Netanyahu non vede alcun pericolo e ha sottolineato al pubblico che questa legge «non è la fine della democrazia, ma un suo rafforzamento». Non è d’accordo il leader dell’opposizione Yair Lapid, capo del partito centrista Yesh Atid, che in un discorso ai parlamentari ha mosso una dura critica alla riforma: «Avete promesso di aiutare i deboli e di proteggere la sicurezza di Israele. Non state facendo altro che una follia».
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