La legge di Monica Cirinnà salva Marta Fascina ad Arcore. Nullo lo sfratto che le hanno intimato i figli di Silvio Berlusconi
Può essere considerato nullo per legge l’ipotetico sfratto da villa San Martino che i figli di Silvio Berlusconi hanno dato a Marta Fascina, intimandole di lasciare l’abitazione di villa San Martino entro 90 giorni. E non è una legge qualsiasi a stabilirlo, ma quella che porta il nome di Monica Cirinnà cha ha istituito le unioni civili fra persone dello stesso sesso. Il comma 42 dell’articolo 1 della legge 76 del 2016 (appunto la «Cirinnà») tutela il diritto all’abitazione del convivente (anche di sesso diverso) dalle pretese restitutorie dei successori del defunto dando un lasso di tempo ragionevole per cercare una nuova abitazione.
Secondo la legge quel lasso di tempo è di minimo due anni, che possono essere estesi diventando pari alla durata della stessa convivenza, ma con un limite massimo di 5 anni entro cui l’immobile va restituito agli eredi. Nel caso di Marta Fascina la convivenza durava da 3 anni. Quindi per legge la sua permanenza a villa San Martino è tutelata fino al 2026. Sul punto è intervenuta più volte la Cassazione ribadendo il diritto temporaneo all’abitazione del convivente, e lo ha fatto anche l’Agenzia delle Entrate nel 2018 rispondendo a un interpello degli eredi. Questo naturalmente in caso di contrasto con gli eredi, ma quanto stabilito dalla legge può sempre essere superato da un accordo fra le parti.
Accordo che evidentemente dovrà essere trovato fra la Fascina e i figli di Berlusconi non solo sul diritto ad abitare ad Arcore, ma anche sul legato da 100 milioni destinati a lei inserito in quel terzo testamento di Berlusconi che secondo tutti gli esperti di successione sarebbe nullo perché preceduto nel gennaio 2022 da una condizione causale («se non dovessi più tornare dal San Raffaele») che non si è verificata, essendo Berlusconi tornato da quel ricovero pochi giorni dopo riprendendo gradualmente anche la sua attività politica. È possibile che per evitare scontri legali che avrebbero inevitabile risonanza mediatica si trovi una intesa fra le parti sia su un “riconoscimento” alla Fascina al di là della validità di quel testamento, sia sul periodo di permanenza della stessa a villa San Martino.
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