No! Il modulo lunare delle missioni Apollo non era inadeguato
Ci segnalano un post Facebook di Andrea Tosatto che sembrerebbe mettere in dubbio l’adeguatezza del modulo lunare (LEM) utilizzato nelle missioni Apollo per gli allunaggi. Il tono di Tosatto pare scherzoso, ma dai suoi interventi risultano chiare le sue posizioni in merito all’argomento.
Per chi ha fretta:
- La «carta stagnola» era solo un rivestimento termico.
- La struttura sotto il rivestimento termico è in titanio.
- Il modulo lunare aveva superato tutti i test necessari e la documentazione a disposizione testimonia che è stato utilizzato con successo nelle missioni Apollo.
Analisi
Il post in oggetto recita quanto segue:
Da notare la quantità smodata di stagnola, i pannelli montati a cazzo di cane e il coefficiente aerodinamico di una Lada Niva.
Eppure con questo miracolo della Scienzah sono andati sei volte in sicurezza sulla luna.
Una volta, persino con una jeep pieghevole nel bagagliaio.
Oggi purtroppo non possiedono più la tecnologia per riprodurlo.
Il testo del post è stato poi ripreso da diversi utenti:
La sicurezza del mezzo
Il LEM utilizzato dagli astronauti per allunare è stato testato mediante cinque simulatori. Si conta un totale di 792 voli, tutti conclusi senza gravi conseguenze. Lo schianto di Neil Armstrong a bordo di un simulatore non fa eccezione, perché non fu dovuto a un guasto, bensì a una presunta instabilità. Per quanto riguarda la «stagnola» a cui fa riferimento Tosatto, riportiamo quanto spiegato da Paolo Attivissimo nella sua guida «Luna? Sì, ci siamo andati!»:
La “carta stagnola” era solo il suo rivestimento termico: sotto c’era una struttura in titanio. Grazie a questa coperta termica multistrato guida Luna? Sì, ci siamo andati! -, il LM poteva stare sulla Luna con un lato al sole e uno all’ombra senza surriscaldarsi o congelarsi. Questo rivestimento può farlo sembrare fragile, ma in realtà era più protetto dagli sbalzi di temperatura rispetto al resto del veicolo Apollo.
La parte “divertente” riguarderebbe il «coefficiente aerodinamico», cosa che non ha senso, visto che il LEM doveva operare in assenza di atmosfera. Della «jeep pieghevole» abbiamo trattato in una precedente analisi.
Gli altri interventi
A seguito della pubblicazione del post, Tosatto ne ha pubblicato un altro in cui “risponde” ai contestatori:
Confrontarmi con coloro che ancora credono che siamo stati sulla luna mi riempie il cuore di tenerezza.
Intravedo tutto lo scoramento e la legittima rabbia del bambino che non vuol lasciar andare Babbo Natale.
“Dai, tranquilli, forse ci sono andati davvero sulla luna, ragazzi! Chi può dirlo? E Samantha è in orbita! Gira attorno alla terra ed è un orgoglio nazionale!
Il fatto che le abbiano sborrato nei capelli è del tutto irrilevante!”
Lo stesso giorno, diverse ore dopo, pubblica un video in cui fa riferimento a Samantha Cristoforetti inserendo una scena del film American Pie:
Tosatto non è nuovo in questi interventi sullo spazio e l’allunaggio, come possiamo vedere in un post del 2020 in chi afferma chiaramente :
Nel 1969 non siamo andati sulla luna. Solo un ritardato potrebbe pensare che l’azienda privata incaricata della realizzazione e assemblaggio del LEM potrebbe aver consegnato alla NASA un aggeggio inguardabile con pannelli fissati male, avvolto di cartapesta tenuta assieme con lo scotch a mo’ di presepe, dopodichè aver buttato via tutti i fogli riguardanti la progettazione, per ragioni di spazio. Tralascio di citare mille altre evidenze perchè, all’intelletto di un normo-dotato, dovrebbero poter bastare queste due.
Conclusioni
Le affermazioni di Tosatto sono del tutto prive di fondamento, perché non rispecchiano in modo fedele le reali condizioni del LEM.
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