Lo staff di Ignazio La Russa all’attacco sui manifesti a Milano e le foto dei figli: «Si è passato il segno»
Il presidente del Senato Ignazio La Russa attraverso il suo staff torna all’attacco sul caso che vede coinvolto suo figlio Leonardo, denunciato per violenza sessuale da una ragazza di 22 anni. L’obiettivo stavolta della seconda carica dello Stato sono le numerose ricostruzioni giornalistiche sull’inchiesta della procura di Milano che hanno portato alla pubblicazione online e sui giornali di dettagli e foto degli altri fratelli di Leonardo, secondo La Russa spesso in modo erroneo e artefatto. Nella nota diffusa dallo staff del presidente del Senato si punta il dito anche contro la protesta dell’ultima notte all’esterno dello studio legale La Russa, dove sono stati affissi manifesti rivendicati dal collettivo femminista “Non una di meno” a Milano.
Le accuse a giornali e siti
Nella nota La Russa spiega che «dopo la nomina dell’avvocato Vinicio Nardo da parte del figlio Leonardo, si è astenuto e si asterrà da qualsiasi commento diretto o indiretto sulla vicenda, avendo piena fiducia nell’operato dei Magistrati della Procura di Milano». Quel che però secondo il presidente del Senato non sarebbe più tollerabile è come la vicenda di suo figlio viene trattata dai media: «Da un punto di vista mediatico risulta però ormai passato il segno». La nota poi aggiunge: «Più volte sono state pubblicate su quotidiani, giornali online e sui social, le foto di un altro figlio del Presidente, col nome del fratello, nonché ricostruzioni artefatte a fini suggestivi della vita giovanile dei fratelli La Russa».
L’attacco alle «associazioni di sinistra»
A proposito del blitz femminista con i cartelli «Gli stupratori siete voi» affissi fuori dallo studio legale La Russa a Milano, la nota dello staff del presidente del Senato attacca duramente: «Non risulta più tollerabile la condotta di chi si sostituisce ai pm con pretese di indagine e richieste istruttorie. Travalica ogni rispetto l’operato di associazioni di sinistra che affiggono manifesti e preannunciano flash-mob politici e diffamatori. Per tacere dei social. Per queste ragioni, si rinnova l’invito ad affidarsi unicamente al lavoro degli inquirenti e ci si augura che termini ogni speculazione politica della vicenda».
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