Ancora caos alle celebrazioni di Puccini: il maestro Veronesi (candidato FdI) dirige la Boheme bendato per protesta. Fischi e urla: «Buffone»
Iniziato all’ombra delle polemiche per la decisione del direttore d’orchestra Beatrice Venezi di eseguire fuori programma l’Inno a Roma di Puccini, di cui si appropriò poi il fascismo e fu caro al Msi, proseguono con qualche scossone le celebrazioni di Giacomo Puccini in Toscana. La giornata inaugurale del 69esimo Festival, a Torre del Lago in provincia di Lucca, si apre con il maestro Alberto Veronesi che dirige bendato La Boheme, tra i fischi e gli insulti del pubblico. Il direttore, figlio dell’oncologo Umberto e già candidato con Sala e poi con Fratelli d’Italia in Lombardia alle ultime regionali, ha manifestato così la sua vicinanza a Vittorio Sgarbi che gli chiedeva di non dirigere l’opera. La Boheme in allestimento è ambientata nel ’68 e nelle scenografie richiama gli anni della contestazione, con Mimì in minigonna e altre rivisitazioni. «Tradisce ogni visione e spirito pucciniano», aveva detto il Sottosegretario alla Cultura. Già il 6 luglio scorso, alla conferenza stampa per la presentazione del programma delle celebrazioni per il Centenario della nascita del compositore Giacomo Puccini che ricade nel 2024, Sgarbi aveva contestato questa nuova ed «eretica» produzione de La Bohème che apre il Festival del 2023. «Non voglio vedere queste scene», ha risposto Veronesi al pubblico che fischiava. «Vai via», «buffone», «scemo», alcuni degli improperi arrivati da chi sotto palco ha assistito alla scena, mentre Veronesi dirigeva l’opera con una benda nera sugli occhi e alcuni degli spettatori si alzavano per andarsene. Il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro ha ironizzato: «Il maestro Veronesi ha voluto dimostrare che conosce lo spartito a memoria».
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