Chiude lo storico Harry’s Bar di Firenze, conto alla rovescia per lo sfratto. Chi sono le star che l’hanno reso famoso
Paul Newman, Liz Taylor e Paul Lancaster sono solo tre degli storici clienti dell’Harry’s Bar di Firenze, che ora rischia seriamente di chiudere a causa di un contenzioso. Manca ormai una manciata di ore alla data fatidica, stabilita dalla Corte d’Appello di Firenze per lo storico locale sul Lungarno Vespucci che potrebbe chiudere i battenti a 70 anni dalla sua apertura. A prescindere da come andranno le cose, la società che gestisce il bar non ha nessuna intenzione di arrendersi: «Faremo tutto il possibile per salvaguardare l’attività e tutelare i posti di lavoro» dichiara oggi citata sulle pagine de La Nazione, mentre nei giorni scorsi il gruppo guidato dai fratelli Bechi aveva fatto sapere che anche se dovranno lasciare l’immobile, non si tratterà della morte dell’Harry’s, bensì solo di un trasferimento in una nuova location.
Il contenzioso
La questione rimane aperta e ben delineata, con le parti che preferiscono però non entrare nel merito. Da tempo la Gin Srl, società proprietaria della struttura, rivuole indietro lo spazio sul lungofiume, mentre i gestori del locale non sono intenzionati a lasciarlo. Al centro del contenzioso ci sono presunte inadempienze economiche da parte dei locatari, cumulate durante la pandemia. I Bechi negano, e una sentenza ancora manca, dato che quella emessa dal tribunale di Firenze a febbraio 2023 è ora sub appello. La richiesta era una riduzione del canone d’affitto che pare non sia stata concessa. In mezzo c’è anche il comune, senza il cui patrocinio l’immobile non potrà diventare sede di un’altra attività commerciale, alla luce del vincolo imposto dalla Soprintendenza ai Beni Culturali sul marchio Harry’s Bar, oltre che su alcuni elementi d’arredo, l’insegna e gli sgabelli. Oggetti storici che da regolamento non possono essere trasferiti facilmente dopo decenni nello stesso luogo.
L’atmosfera e gli ospiti storici
E proprio su uno sgabello si trova ancora l’etichetta della bottiglia Champagne di Margaux Hemingway, modella figlia del celebre scrittore statunitense, che la staccò e la attacco al legno della seduta. Ricordi di tempi andati, quando il bar e Firenze stessa erano una meta da red carpet. Quando ai tavoli dell’Harry’s sedeva Woody Allen; quando Paul Newman si fece regalare il papillon del cameriere. Negli anni entrando al bar si poteva incontrare anche Robin Williams, che una volta girò un giorno intero per il capoluogo toscano con la maglietta del locale, dato che la sua si era macchiata. Era l’apice di un viaggio iniziato in via del Parione, quando Enrico Mariotti e Raffaello Sabatini decisero, su consiglio di Giuseppe Cipriani, di cambiare nome all’attività, ora omonima del gemello in Calle Vallaresso, e di trasferirsi in uno stabile con vista fiume. Vista che – forse – cambierà ancora.
Foto di copertina: Harry’s Bar
Leggi anche:
- Il Caffè Sacher apre a Trieste, ma la torta costa quasi 50 euro. Il sindaco: «Se non hai i soldi, guardi»
- «Ma è sempre stato così umido qui?», l’ironia del bar sport in provincia di Forlì nel locale pieno d’acqua – Il video
- Roma, il bar dell’Agenzia delle Entrate che non faceva scontrini è stato chiuso