La nuova vita di Monica Cirinnà nelle campagne toscane, tra agricoltura bio e ristorazione. Sul Pd: «Se esci dal giro vieni accantonato»
Dopo essere stata battuta nel collegio di Roma 4 dall’esponente di FdI Ester Mieli, l’esponente del Pd Monica Cirinnà è rimasta fuori dal Parlamento. Poco dopo le elezioni ha deciso di trasferirsi nelle campagne della Toscana, dove fa l’imprenditrice agricola: «La mia vita adesso è qui alla fattoria – racconta l’ex senatrice Pd in un’intervista all’edizione romana del Corriere della Sera -. Produco vino, olio, conserve, marmellate, pomodori. Non da ora, lo faccio da oltre vent’anni, era il 2002 quando io e mio marito Esterino Montino abbiamo creato la CapalBio». E da qualche giorno, Cirinnà ha aperto anche un «ristorante rurale, dalla natura al piatto, un luogo di degustazione dei nostri prodotti o di quelli dei vicini, sempre a km zero. Un buffet freddo, per accompagnare un bicchiere di vino, senza menù, si assaggia quel che c’è». Lo hanno chiamato Terra. Un locale che sorge nella stessa tenuta di famiglia dove si trovava la cuccia del cane Orso, in cui vennero ritrovati 24mila euro nascosti. E su questo punto l’ex senatrice precisa: «L’inchiesta è stata archiviata, non siamo mai stati nemmeno sentiti dal pm, anche se eravamo anche noi delle vittime».
La nuova vita in campagna
Ma la vita continua, e Cirinnà e il marito si dedicano all’imprenditoria agricola. Non solo con il ristorante, ma anche producendo vino («produciamo 100 mila bottiglie all’anno di Sangiovese e Ansonica»), si dedicano all’orto, e alla produzione di marmellate. Certo, non fanno tutto da soli. Cirinnà ha assunto due operai fissi, un trattorista, oltre a ricevere l’aiuto non solo del marito, ma anche del figlio. In tempo di vendemmia o per la raccolta delle olive, invece, «prendo gente dalle cooperative, tutti in regola e con il Durc», precisa. Il sogno è quello di «offrire degli alloggi rurali, magari tende per il glamping, nel rispetto della natura».
L’impegno politico
E in questa nuova vita, quanto spazio viene dedicato alla politica? Cirinnà spiega che «dalle grandi passioni non si può mai divorziare». I suoi trascorsi politici non sembrano mancarle in modo marcato: «Mi manca la commissione Giustizia, ci sono stata per 9 anni. L’Aula? A volte può essere noiosa, a volte appassionante. I colleghi? Alcuni sì, altri no». Dopo la mancata elezione nel collegio di Roma, Cirinnà resta comunque a disposizione del Partito democratico: «Se serve sono qui, non mi tiro indietro. Ma sto bene, diffido di chi vive di sola poltrona». Però l’ex senatrice non nasconde un certo grado di amarezza pensando al comportamento dei suoi colleghi dem: «Non mi ha contattata nessuno, nemmeno del Pd locale o tra gli eletti in Toscana, a parte la mia amica Alessandra Nardini. Il telefono non suona. Se esci dal giro, se non hai un incarico di partito, vieni facilmente accantonato».
Letta e gli altri dem? «Ognuno ha protetto i suoi»
E l’ex senatrice non dimentica quanto accaduto prima delle elezioni: «Non dimentico il colpo di mano di Ferragosto, quando Letta con i suoi sodali rinnegarono la decisione della direzione regionale che mi voleva capolista. Zingaretti, Orlando, Franceschini, ognuno ha protetto i suoi. E di notte, tra spinte e controspinte, mi ritrovai nel collegio perdente. Del resto quando sei un cane randagio come me non sei di nessuno e non hai nessuno». Insomma, un po’ di amarezza c’è. Ma la nuova vita in campagna, per l’ex senatrice, «è stato un unguento per le ferite. Non sa che soddisfazione quando mi dicono: “Ma che buona la tua marmellata”».
Leggi anche:
- Monica Cirinnà, Soumahoro, Fiano, Rossi: le incredibili sconfitte di Pd e centrosinistra nei collegi “sicuri”
- Monica Cirinnà ci ripensa e accetta di candidarsi col Pd: «Rimango in battaglia per le persone che me l’hanno chiesto» – Il video
- Pd, le liste della discordia. Pittella: «Un delitto perfetto». Lotti: «Scuse vigliacche». Cirinnà rifiuta la candidatura