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La mezza ammissione di Jorit sul murales di Mariupol: «Sì, ho usato elementi della bimba australiana»

18 Luglio 2023 - 10:22 Redazione
jorit bimba ammissione
jorit bimba ammissione
Il post dell'artista su Instagram

Lo street artist Jorit ammette su Instagram di aver usato «elementi» di una bambina australiana nel murales per Mariupol. Jorit era finito nelle polemiche in questi giorni con l’accusa di essere filorusso. Poi la fotografa australiana Hellen Whittle lo aveva accusato di aver usato lo scatto che lei aveva fatto a sua figlia senza alcuna autorizzazione. Dapprima Jorit aveva negato, sostenendo di aver utilizzato come modello una bambina del Donbass di nome Nastja. Oggi la (parziale) retromarcia: «Questa è il mio ritratto di Nastya, dipinto a mano con gli spray sul muro, la bambina del Donbass a cui mi sono ispirato per realizzare l’opera a Mariupol. Sì Nastya purtroppo non è molto fotogenica e ha la fronte alta, questo per il chiaroscuro e la profondità non aiuta (non ci credo che davvero sono dovuto arrivare a scriverlo) comunque si @fanpage.it e @enricomentana ho ridisegnato Nastya con la composizione ed elementi di questa bambina austaliana. (Treccine e maglia) E quindi? Voi davvero pensate che le persone sono cosî ingenue da guardare il dito e non la luna?».

«Tutta Italia parla del Donbass»

E ancora: «Potevo dipingere anche un Coccodrillo con una bandierina del Donbass tra gli artigli, il senso rimane lo stesso, non è l’opera di per se ma quello che vuole comunicare che è importante e quello che comunica il volto di Nastya è la sofferenza dei bambini del Donbass che sono cresciuti per 8 anni sotto le bombe di Kiev e con la paura dei battaglioni Nazisti. Questa è la luna, questo è il centro del discorso mentre il dito… Comunque siete dei grandi giornalisti davvero, per 8 anni avete ignorato il popolo del Donbass e ora che qualcuno ne parla invece di affrontare la questione fate i critici d’arte! Ma comunque Vi voglio bene e vi ringrazio perché grazie a voi l’Italia intera sta parlando del Donbass ed è esattamente quello che volevo».

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