In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ATTUALITÀGiovaniInchiesteLeonardo Apache La RussaLombardiaMilanoViolenza sessualeViolenza sulle donne

Leonardo La Russa e l’accusa di stupro, il padre del dj Tommy Gilardoni difende il figlio: «È un playboy, lei magari si è pentita»

leonardo la russa accusa stupro tommy gilardoni dj padre massimo gilardoni 1
leonardo la russa accusa stupro tommy gilardoni dj padre massimo gilardoni 1
Anche lui è indagato per violenza sessuale. E al padre ha confermato che quella sera era a casa del presidente del Senato

Si chiama Tommaso “Tommy” Gilardoni il ragazzo che era a casa La Russa. Dopo le indiscrezioni di ieri è arrivata la conferma della procura. È uno dei tre dj della serata all’Apophis del 18 maggio. E dopo la festa sarebbe andato a casa di Leonardo Apache La Russa insieme alla ragazza che accusa entrambi di stupro. Gilardoni è nato a Como nel 1999. La madre e il padre sono lavoratori del settore agrario in pensione. Lui da anni si è trasferito a Londra in Inghilterra. Il suo nome compare in alcuni eventi dell’Omeara Club. Per ora l’accusa per lui e per il figlio di Ignazio La Russa è quella di violenza sessuale. Ma il padre Massimo non ci sta: «Mio figlio è un playboy ma non stupra», dice oggi in un’intervista a La Verità. «E sapevo che era stato in casa di La Russa quella sera».

«Un piacione»

Nel colloquio con Giacomo Amadori Massimo Gilardoni dice che il figlio è «un piacione». Lui per anni ha gestito un vivaio a San Fedele Intelvi. E anche adesso continua a lavorare. «Non so di cosa lo accusino», esordisce. Poi è netto: «Non penso proprio che possa fare una cosa del genere. È un ragazzo con la testa sulle spalle». Dice di attendere la convocazione in procura per l’avviso di garanzia e non sa se il figlio abbia nominato un avvocato. Poi fa sapere che il figlio studiava economia mentre adesso ha aperto delle start-up. Ribadisce che il figlio è uno «molto in gamba, con la testa sulle spalle perché noi siamo una famiglia perbene, per questo mi risulta strana questa storia, mi creda…». Per arrivare a lui, la squadra mobile di Marco Calì ha impegnato il riscontro dei dati con le testimonianze in procura. Le pubbliche ministere Maria Letizia Mannella e Rosaria Stagnaro non hanno aggravato l’accusa in violenza sessuale di gruppo. Ma sono in attesa dei riscontri necessari per farlo. Mentre lui non si è ancora fatto avanti con i magistrati e non ha nominato un avvocato.

L’accusa di violenza sessuale

Il padre lo difende: «So che mio figlio è sempre circondato da bellissime ragazze, anche io sono uno a cui piacciono le donne, mi sembra strano che lui possa avere fatto una cosa del genere. È un giovane molto preparato, molto avanti, so che non fa uso di sostanze stupefacenti, è un ragazzo cresciuto con i sani principi, perché noi siamo ancora una famiglia con i sani principi. Le posso far vedere la lettera che mi ha mandato per il mio compleanno in cui mi ringrazia per il modo in cui l’ho educato, per questo mi sembra strano che lui possa aver fatto una cosa del genere. Sa però che al giorno d’oggi le ragazze prima magari fanno sesso e poi si accorgono con chi lo hanno fatto ed è un attimo che vanno a denunciare le persone, però, non lo so…».

Massimo e Tommaso Gilardoni

Massimo Gilardoni rivela che il figlio è rimasto in Italia fino alla settimana scorsa. Il 5 luglio ha partecipato al suo compleanno. Ma quando due giorni dopo è uscita la notizia dell’accusa di stupro non ne hanno parlato: «Lo siamo andati a prendere noi all’aeroporto alle 6 o alle 7 di sera e ci siamo fermati a Cernobbio in un ristorante di loro amici. Non abbiamo discusso di questi argomenti». Però poi aggiunge che il figlio gli ha detto di essere andato a dormire in casa di La Russa. Infine Massimo insinua che la ragazza sappia tutto: «Questa poi è andata a casa di La Russa, che non è proprio l’ultimo arrivato, ha fatto sesso e poi si è pentita e lo ha denunciato, può essere andata così».

L’accusa della ragazza

La ragazza, ex compagna di liceo di La Russa, aveva fatto riferimento nella querela a un certo “Nico“. Perché così lo aveva chiamato Leonardo. Anche per questo investigatori e inquirenti hanno avuto problemi per giorni ad identificare l’altro ragazzo che avrebbe dormito nell’abitazione, ma in un’altra camera. Tommy Gilardoni è stato identificato con certezza ieri sera anche grazie ad una serie di elementi raccolti nell’inchiesta. Tra cui l’analisi di alcuni contatti telefonici e le testimonianze. Le indagini dovranno appurare non solo se la ragazza sia stata violentata in stato di incoscienza, come lei ha raccontato, ma anche se quelle violenze siano avvenute in fasi diverse.

La copia forense del telefonino di La Russa jr

Intanto, un altro passo dell’indagine saranno le operazioni tecniche, previste per le prossime ore, necessarie per effettuare la copia forense del telefono sequestrato venerdì scorso a La Russa junior. Le verifiche, alla ricerca di video, foto, messaggi e telefonate sui social utili per le indagini, riguarderanno solo il cellulare, che è stato accertato essere nella disponibilità del giovane. E non la Sim che è stata, invece, restituita dagli inquirenti in quanto non oggetto del sequestro, essendo intestata allo studio legale del padre.

La sim

Per l’eventuale sequestro della Sim, se sarà necessario, i pm dovranno inoltrare una richiesta alla Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato. Ad ogni modo, pure gli accertamenti sul telefono verranno effettuati, come ha precisato nel decreto la procura, con esclusione nelle analisi di comunicazioni coperte dall’articolo 68 della Costituzione. Ossia le garanzie previste per i parlamentari.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti