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Strage via D’Amelio, Meloni: «Mai scappata in vita mia, solo la mafia può contestarmi». Sarà al 150° anniversario della Guardia costiera – Video

19 Luglio 2023 - 12:03 Felice Florio
La premier chiude le polemiche sull'assenza dalla fiaccolata. Sul concorso esterno in associazione mafiosa che Nordio vorrebbe riformare: «È una sua opinione, ma non è nel programma»

La partecipazione parziale di Giorgia Meloni alle celebrazioni per il 31° anniversario della morte di Paolo Borsellino ha animato il dibattito politico delle ultime ore. Poco dopo l’arrivo della presidente del Consiglio a Palermo oggi, 19 luglio, è stato organizzato un punto stampa per chiarire la sua assenza alla fiaccolata di questa sera, tradizionalmente organizzata dai partiti di centrodestra e a cui Meloni ha sempre presenziato. «Ho letto su alcuni quotidiani una polemica inventata sul fatto che non andrò alla fiaccolata per timore di contestazioni e per motivi di ordine pubblico, è una notizia inventata. Chi mi può contestare? Solo la mafia può contestare un governo che ha fatto tutto quello che andava fatto sul contrasto alla criminalità organizzata», ha detto. Allora perché non sarà presente, questa sera, al corteo di ricordo della strage di via D’Amelio? «Motivi di agenda», ha spiegato Meloni. Ovvero, nelle stesse ore, ha deciso di essere a Civitavecchia per il 150° Anniversario dall’istituzione del corpo delle Capitanerie di porto. «Io non sono mai scappata in tutta la mia vita. Io sono un persona che si permette sempre di camminare a testa alta. Sono qui oggi e sarò qui sempre per combattere la mafia». La leader di Fratelli d’Italia ha anche ricordato che lei avrebbe cominciato a fare politica proprio «quando hanno ucciso Paolo Borsellino, a poche settimane dalle morte di Giovanni Falcone. E per me quell’esempio di uomini delle Istituzioni consapevoli dei rischi che corrono e ciò nonostante continuano a fare il loro lavoro, rimane uno degli elemento più simbolici di quello che mi ha spinto a fare politica e arrivare dove sono oggi».

Derubricate le polemiche che definisce «inventante» e «che fanno bene solo alla mafia», Meloni ha risposto anche a una domanda in merito agli interventi di Marina Berlusconi e di Carlo Nordio, guardasigilli del suo governo, sulla giustizia. «Con tutto il rispetto, Marina Berlusconi non è un soggetto politico», ha derubricato il primo punto. Sul ministro della Giustizia, invece, si è dilungata: «Le cose che si vogliono fare si fanno e del resto si può evitare di parlare. Sul concorso esterno, Nordio ha risposto a una domanda, ma lui stesso ha detto che non è previsto dal programma di governo e infatti non c’è. Forse dovrebbe essere più politico». Per Meloni si è trattato semplicemente di «una risposta personale» che è diventata «un fatto quando un fatto non è. I fatti sono che abbiamo salvato il carcere ostativo, che sono stati arrestati 1.300 mafiosi, che abbiamo difeso la legislazione antimafia. Sono opinioni che diventano fatti e le opinioni diventano fatti quando si vuol fare una polemica pretestuosa». Concludendo il punto stampa all’uscita dalla prefettura di Palermo, Meloni ha ribadito: «Lo Stato ha inferto colpi importantissimi alla mafia e io sono colpita che questo sia stato messo in discussione. C’è un tema sul quale le istituzioni non dovrebbero dividersi, ci sono giorni nei quali non si dovrebbero fare polemiche sterili e inventate, perché fanno bene solo a quelli che stiamo combattendo».

Il video del punto stampa

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