La notte di paura del Veneto: vento a 140 km/h, turisti dispersi, tetti scoperchiati e alberi sradicati
L’altro lato del caldo record sono le bufere, le trombe d’aria, le grandinate. Come quelle che si sono abbattute ieri sulle montagne venete e che hanno portato i vigili del fuoco a concludere oltre 100 interventi di soccorso. Tra le persone salvate ci sono anche due turisti ungheresi andati in difficoltà a causa del maltempo. La coppia è stata raggiunta da 13 operatori intorno alle 23 di ieri. Erano rimasti bloccati nel corso della ferrata Roghel, sul versante veneto del monte Popera, a 2.400 metri di quota nel comune di Padola. Avevano trovato un riparo di fortuna ma avevano perso l’orientamento e chiamato aiuto, giunto a tarda sera. Sono stati portati al rifugio Berti, dove sono arrivati intorno alle 2. In totale, per gli interventi, sono stati mobilitati 200 pompieri del comando di Belluno, coadiuvati dai 24 distaccamenti di volontari permanenti. Ad aiutare anche squadre regionali provenienti dai comandi di Treviso, Padova, Vicenza e Verona.
Le tempeste e le cause
La differenza di temperatura tra le masse d’aria è tanta e quando si scontrano l’energia si scarica violentemente. Mentre il Veneto rivive l’incubo Vaia, eventi di questo tipo diventano sempre più frequenti a causa del riscaldamento globale antropogenico. Solo ieri nelle regioni del Nordest si sono abbattute 24 tempeste di vento e grandine che hanno abbattuto boschi, scoperchiato edifici, stalle e malghe e danneggiato le coltivazioni. Secondo un’elaborazione di Coldiretti, nelle valli venete, in Trentino e in Friuli Venezia Giulia, «molte aziende agricole sono rimaste senza corrente elettrica a causa della caduta degli alberi sulle linee. Il maltempo si è abbattuto su città e campagne con abbondanti grandinate, che sono l’evento climatico avverso più temuto dall’agricoltura in questa fase stagionale per i danni irreversibili che provoca alle coltivazioni in campo».
Lo stato di emergenza e i danni
Nel frattempo, il governatore del Veneto Luca Zaia ha dichiarato lo stato di Emergenza regionale mentre continua a tenersi in contatto con i sindaci dei comuni colpiti che hanno avviato la raccolta delle segnalazioni dei danni. Su Cadore, Comelico e Agordino si sono abbattute raffiche di vento fino a 129 chilometri orari misurati a Cortina d’Ampezzo, ma che in quota hanno raggiunto anche i 140. Sono almeno 15 i tetti scoperchiati e 30 gli edifici danneggiati in totale. A Santo Stefano di Cadore (Belluno) circa 10 persone sono state evacuate a causa dei danni. Danni anche alla viabilità, con decine di alberi sradicati che sono caduti in mezzo alla strada, in certi casi danneggiando autoveicoli. Per qualche ora si sono registrati problemi anche alle telecomunicazioni, ma la situazione sembra rientrare.
Leggi anche:
- Veneto: maltempo nell’Agordino e nel Comelico, il vento fa cadere gli alberi come birilli – Il video
- Maltempo, nubifragio a Udine e Gorizia: due campeggiatori si salvano aggrappandosi a un pilone
- Nubifragio a Milano, grandine e quasi 40 millimetri di pioggia: strade allagate e voli dirottati – I video