Pietrangelo Buttafuoco prossimo direttore della Biennale di Venezia? Lo scrittore di destra sponsorizzato anche dall’amico di sinistra
Il nome di Pietrangelo Buttafuoco è dato ormai sempre più certo per il rinnovo della presidenza della Biennale di Venezia. Secondo il Giornale dell’arte, il giornalista e scrittore godrebbe non solo dell’appoggio del governo Meloni, in primis del ministro Gennaro Sangiuliano, ma anche di uno sponsor d’eccezione, quantomeno per il suo passato, e cioè l’ex presidente della Camera Luciano Violante. L’ex magistrato è presidente della Fondazione Leonardo Civiltà delle Macchine, a cui anche Buttafuoco collabora in virtù di un’antica amicizia che lega i due, già autori di un libro a quattro mani “Pedagogia e politica – Costruire comunità pensanti”. Già parlamentare di Pds e Ds, Violante è voce sempre più ascoltata dal governo, tanto da presiedere il Comitato per gli anniversari nazionali, la valorizzazione dei luoghi della memoria e gli eventi sportivi di interesse nazionale e internazionale.
Le polemiche
Uno sponsor che dovrebbe tenere lontane le polemiche sul nome di Buttafuoco, che non ha mai fatto segreto delle sue posizioni di destra. Già redattore al Secolo d’Italia, il quotidiano prima dell’Msi e poi di Alleanza nazionale, il giornalista ha collaborato con il Giornale, il Foglio, Panorama e anche Repubblica. Per un breve periodo è stato anche direttore del Teatro stabile di Catania, da cui proviene, ed è stato autore di diversi saggi e romanzi, tra cui l’ultimo sulla vita di Silvio Berlusconi. Le strade tra Buttafuoco e la Biennale si erano già incrociate nel 2017, quando lo scrittore ironizzò contro la Biennale Arte «Viva Arte Viva» curata da Christine Maciel. In quell’occasione Buttafuoco invitò i curatori dell’esposizione a «procurare ai cosiddetti artisti un qualunque lavoro».
L’iter per la nomina
Se i giochi alla fine si realizzeranno secondo le anticipazioni, Buttafuco prenderà il posto di Roberto Cicutto, che comunque dovrebbe restare in carica fino a marzo 2024. Sfumata la sua riconferma, nonostante i buoni risultati come il ricordo di oltre 12 milioni di euro sull’attivo in bilancio 2022, quindi dopo la crisi del Covid. A scegliere però Cicutto era stato l’allora ministro della Cultura, il dem Dario Franceschini. Un dettaglio che nel curriculum dell’intellettuale di certo non lo aiuta. Come ricorda il Corriere del Veneto, l’iter si preannuncia tutt’altro che semplice: al ministero dovrà arrivare un parere consultivo delle commissioni Cultura di Camera e Senato sul nome di Buttafuoco. Poi ci vorrà un decreto ministeriale per ratificare la decisione. Niente di impossibile considerando i numeri in Parlamento della maggioranza. E ci sono poi i due via libera che Sangiuliano avrebbe già incassato dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, e dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. La pratica potrebbe già partire all’inizio del prossimo anno.
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