Dopo l’attacco ai parlamentari Pd su Cospito, Donzelli cerca lo scontro con il M5S: «Con la scusa del Covid ha scarcerato i mafiosi»
Dopo un periodo di silenzio, nelle fasi in cui i magistrati hanno avviato le indagini per rivelazione di segreto d’ufficio a carico del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, il suo coinquilino e compagno di partito, Giovanni Donzelli, è tornato a parlare. L’ultima uscita pubblica è di oggi, 21 luglio, a Palermo. Il responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia attacca il Movimento 5 stelle che, a suo dire, ha favorito la scarcerazione di mafiosi durante la pandemia di Coronavirus, per scongiurare il contagio nelle carceri sovraffollate. «Chiedevano a me e all’amico Delmastro “cu tu fa fari” – chi te lo fa fare -, perché sul caso Cospito era più comodo stare in silenzio e girarsi dall’altra parte. Ma noi abbiamo difeso il 41 bis, la sinistra ha sollevato tanto polverone. Poi, però, non c’è stata più una sola persona di sinistra a metterci la faccia per difendere Cospito. Non accettiamo lezioni da nessuno, penso agli amici del M5s che, quando erano al governo, con la scusa del Covid hanno scarcerato mafiosi». Donzelli incalza: «A differenza dei grillini, noi abbiamo fatto in modo che restassero in carcere. Non dimentichiamo quando Beppe Grillo diceva, qui in Sicilia, che la mafia aveva una sua morale». Il vicepresidente del Copasir riversa un fiume di accuse più o meno esplicite: «Non prendiamo lezioni nemmeno da parte di ex magistrati che oggi sono in politica, che quando Paolo Borsellino era morto da poche ore archiviavano l’inchiesta mafia-appalti».
Durante il convegno Parlate di mafia, Donzelli si espone anche in difesa del ministro della Giustizia del governo Meloni: «Il fatto che Carlo Nordio sia debole contro la mafia è una menzogna. Nordio non è debole contro la mafia ma spaventa i poteri forti perché è un uomo libero, non è condizionato e non è condizionabile, questo fa paura alla criminalità organizzata». Nella sua interpretazione dei fenomeni mafiosi, il politico di FdI aggiunge: «La mafia e la criminalità organizzata desidera persone che siano come camaleonti. Uomini capaci di adattarsi a qualsiasi circostanza perché questo consente loro di poter fare quello che vogliono. Ma gli uomini non sempre, per fortuna, piegano la testa. Questo preoccupa la mafia e l’atteggiamento preferito dalla mafia è il silenzio e l’omertà». Infine, tornando sulla vicenda che lo vede coinvolto insieme a Delmastro, per il quale il gip di Roma ha disposto l’imputazione coatta poiché sussisterebbe sia l’elemento oggettivo che quello soggettivo del reato di rivelazione di segreto d’ufficio in relazione al caso Cospito, Donzelli sostiene la scelta di aver usato i contenuti confidatigli dal compagni di partito per attaccare, in Aula, il Partito democratico: «Per noi la vicenda Delmastro non è un vulnus e neppure per la procura, che aveva chiesto l’archiviazione. Col massimo rispetto, noi andiamo avanti, siamo convinti di avere fatto ciascuno di noi le cose giuste che servivano all’Italia. Scomode per qualcuno che voleva tenere forse nascoste quelle pagine ma invece noi le abbiamo portate a conoscenza di tutti gli italiani. È giusto così».
La replica del M5s: «Donzelli dovrebbe stare zitto dopo aver messo a repentaglio la sicurezza nazionale»
Di toni altrettanto aspri è la replica che i 5 stelle hanno affidato alle agenzie. «Donzelli dovrebbe solo stare zitto e invece si permette ancora di lanciare accuse false. Avrebbe dovuto lasciare mesi fa il suo incarico al Copasir per aver messo a repentaglio, insieme all’amico Delmastro, la sicurezza nazionale, sventolando ai quattro venti informazioni investigative coperte da segreto. Oggi ripete la bufala delle scarcerazioni durante la pandemia. Il partito della presidente Meloni sta provando a nascondere le proprie responsabilità per i provvedimenti con cui sta spianando la strada dell’impunità ai colletti bianchi». La nota è firmata dalle parlamentari Stefania Ascari, Valentina D’Orso e Ada Lopreiato, membri delle commissioni Antimafia e Giustizia. Le quali aggiungono: «Dobbiamo di nuovo ricordare ai Fratelli d’Italia che ogni scarcerazione avvenuta nella primavera 2020 venne decisa in autonomia dai magistrati e sulla base di una legge del 2010 del governo Berlusconi. Dopo quelle scarcerazioni, siamo intervenuti immediatamente con due decreti legge e con ispezioni ministeriali. Grazie a quegli interventi alcune scarcerazioni furono evitate e alcuni detenuti rientrarono in carcere. Anche oggi Donzelli ha perso l’occasione per rimanere in silenzio».
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