Spagna, la vicepremier Yolanda Dìaz furibonda contro il leader di Vox: «Come osate ridere delle donne assassinate?» – Il video
Si chiude questa sera la campagna elettorale per le elezioni in Spagna: domenica 23 luglio i cittadini della quarta forza economica del continente saranno chiamati a rinnovare il Parlamento dopo che il premier socialista Pedro Sánchez ha sciolto il precedente nel tentativo di frenare la caduta nei sondaggi. Le ultime rilevazioni sembrano indicare che l’azzardo non porterà i risultati sperati: il centrodestra del Pp veleggia verso la vittoria, concordano tutti i sondaggi. Ma difficilmente avrà i numeri per governare da solo, e la prospettiva di un’alleanza con i nazionalisti di Vox imbarazza lo stesso leader dei Popolari Alberto Núñez Feijóo. Ed è proprio sullo spettro dell’estremismo di destra al governo che hanno battuto il tasto i leader della maggioranza uscente negli ultimi gironi di campagna. Ad andare giù pesantissimo contro le posizioni «impresentabili» della destra di Vox – alleata dei Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che la scorsa settimana ha spedito agli amici spagnoli un caldo messaggio di auguri – è stata nel corso dell’ultimo dibattito televisivo prima del voto la leader della sinistra Yolanda Dìaz. «Smettetela di ridere di noi donne», ha detto attaccando frontalmente il leader dei nazionalisti Santiago Abascal. La leader della piattaforma di sinistra Sumar ha mostrato all’avversario, e a favore di telecamera, la foto di due deputati di Vox di Valencia intenti a ridere mentre si osservava un minuto di silenzio in memoria di una donna vittima di femminicidio. «Lo sa quanto sono state quelle assassinate nel nostro Paese negli ultimi 20 anni, signor Abascal?», ha incalzato l’avversario attonito la vicepremier uscente. «1.212. E lo sa perché ci uccidono? Perché siamo donne. Smettetela di ridere di noi!». Diaz ha sciorinato nel corso del dibattito le numerose volte in cui Vox ha tradotto le idee in azioni, votando contro provvedimenti in difesa delle donne o contro i diritti Lgbtq+. Abascal ha provato a difendersi accusato l’avversaria prima di «manipolazione» in merito all’utilizzo della foto, poi di riproporre metodi da regime comunista per la sua aggressività verbale e per il tentativo di «ordinargli» di chiedere scusa per la vicenda rievocata. «Non ho paura di lei, signor Abascal. Lei non governerà mai», gli ha replicato Yolanda Dìaz.
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