La misteriosa morte in ufficio del manager russo Anton Cherepennikov, i legami della sua ditta con i servizi segreti del Cremlino
La versione ufficiale delle autorità russe è che Anton Cherepennikov sia deceduto in seguito a un arresto cardiaco improvviso. La sua morte però ha sollevato non pochi sospetti da parte dei media indipendenti russi, soprattutto per il profilo della vittima. Cherepennikov aveva 40 anni, era il numero uno di una grande società di informatica russa, la Ics holding, considerata molto vicina ai servizi segreti del Cremlino, che si sarebbe servita dell’azienda per i suoi sistemi sorveglianza delle attività online dei cittadini russi. L’uomo è stato trovato morto nel suo ufficio a Mosca. Uno dei primi ad affermare pubblicamente di non credere al racconto ufficiale sulle cause del decesso è stato un suo amico, Vasily Polonsky. Il quotidiano indipendente russo Novaya Gazeta ha ricordato che la Ics Holding è stata usata dal Servizio di sicurezza federale russo per monitorare le attività online dei cittadini, anche grazie a una legge del 2018 che consente agli operatori telefonici di conservare per sei mesi le registrazioni delle chiamate e i messaggi di testo inviati. La permanenza nei database delle navigazioni su internet, invece, è fissata a un mese. Tornando a Cherepennikov, la sua società era stata colpita, dopo l’invasione in Ucraina, dalle sanzioni internazionali. Il suo decesso segue quello di un altro miliardario russo, Igor Kudryakov, di 63 anni, morto il 21 luglio: il suo corpo è stato ritrovato nell’appartamento dove risiedeva, nel quartiere Presnensky di Mosca. «Ancora una morte misteriosa di un top manager in Russia», ha commentato su Twitter il consigliere ucraino per gli Affari interni, Anton Gerashchenko. La lista dei decessi di oligarchi e di persone con ruoli di livello nell’amministrazione russa continua ad allungarsi. Nell’ultimo anno, tra gli altri, sono venuti a mancare Artem Bartenev, 42 anni, Yuri Demin, 62 anni, Pavel Antov, 65 anni e Ravil Maganov, 67 anni.
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