Il governo vuole prendersi il Centro sperimentale di cinematografia, gli studenti non ci stanno. Schlein: «Giù le mani dalla cultura»
Sembrava essersi risolto lo scontro tra maggioranza e opposizioni riguardo la lottizzazione del Centro sperimentale di cinematografia. Dopo le polemiche che hanno visto protagonisti anche gli studenti dell’istituto romano, era stato accantonato l’emendamento della Lega al decreto Giubileo, presentato in commissione Cultura alla Camera, che di fatto smantellava la Fondazione che si occupa dell’ente e la poneva sotto il controllo dell’esecutivo. L’emendamento prevedeva la possibilità di cambiare i vertici della Fondazione oltre un anno prima della scadenza naturale del mandato tramite spoils system. Gli esponenti del centrosinistra e gli studenti hanno esultato per lo stop all’emendamento. Salvo poi scoprire che la maggioranza stava comunque intervenendo sul Centro sperimentale di cinematografia attraverso un altro provvedimento. Lo ha spiegato il deputato grillino Gaetano Amato, in commissione Cultura: «Dispiace smentire i comunicati di giubilo di qualcuno, ma l’emendamento leghista che mira a lottizzare il Centro era stato solo accantonato, non ritirato. Anzi: poco fa la maggioranza ha approvato un testo – nel decreto Pubblica amministrazione – che è stato anche peggiorato, ampliando il novero di ministeri protagonisti del futuro spoils system da 3 a 4, inserendo anche il ministero dell’Università».
Le proteste delle opposizioni e degli studenti
Per abbracciare la mobilitazione degli studenti, sono scesi in campo, in prima persona, i leader di Partito democratico e Movimento 5 stelle. «Siamo al fianco della protesta fatta per le generazioni future, il diritto a luoghi di cultura liberi e indipendenti di fronte all’ulteriore tentativo di commissariamento, dopo quello di Inps e Inail, e dell’informazione pubblica. Questa non è solo sete di potere e di posti, ma un disegno di controllo dei luoghi di produzione dell’immaginario che non possiamo accettare. Chiediamo al governo di ripensarci, sono ancora in tempo. Giù le mani dal cinema e dai luoghi di cultura», ha detto Elly Schlein. «Il governo Meloni oggi volta le spalle alle istanze dei giovani, degli studenti, agli appelli del mondo del cinema e della cultura. Noi rimarremo a fianco di questi studenti come in questi giorni, per ascoltarli e portare le loro istanze in Parlamento», ha scritto invece Giuseppe Conte. Contemporaneamente, fuori dal Parlamento, gli alunni del centro hanno organizzato un sit-in. Sarah Narducci, del comitato studentesco, ha spiegato: «Purtroppo con una mossa abbastanza veloce e accelerata la maggioranza ha trovato un accordo immediato, rimodulando la proposta emendativa. Siamo qui a rivendicare il fatto che questa mossa è stata ignobile e assolutamente immotivata. Avevamo appuntamento con l’onorevole Mollicone – presidente della commissione Cultura – per le 11 e non ci aspettavamo una risposta del genere. Rivendichiamo il fatto che questo emendamento deve essere immediatamente ritirato. Se l’onorevole Mollicone ci vuole parlare, venga a farlo».
Botta e risposta Lega-Franceschini
Sulla vicenda è intervenuto il primo firmatario del secondo emendamento, quello al decreto Pa, il leghista Igor Iezzi. Il capogruppo del Carroccio in commissione Affari costituzionali ha affermato: «Ciò che stiamo facendo con l’approvazione dell’emendamento questa mattina è adeguare la Fondazione Centro sperimentale di cinematografia alla modernità. Sorprendono le accuse di Pd e M5s. Nessuno di loro parlava di indipendenza e lottizzazione quando l’ex ministro Franceschini nominava gli attuali vertici o escludeva tutti coloro che non erano targati Pd. La sinistra faccia lo sforzo, per loro impossibile, di togliere i propri artigli dalla cultura. Il mondo andrà avanti anche domani». Trascinato nella discussione, Franceschini ha replicato a Iezzi pubblicando la lista delle persone da lui nominate nel cda della Fondazione: «Leggo che la Lega, per giustificare il vergognoso emendamento che fa decadere il cda del Centro sperimentale cinematografia, parla di lottizzazione fatta da me. Ecco i due cda che ho nominato io, rispettando e non modificando le norme vigenti. Tutti possono valutare se i nomi fossero o meno garanzia di autorevolezza e indipendenza. Cda 2017: Felice Laudadio presidente, Nicola Giuliano poi Giancarlo Giannini, Aldo Grasso poi Roberto Andò, Carlo Verdone. Cda 2021: Marta Donzelli presidente, Cristiana Capotondi, Guendalina Ponti, Andrea Purgatori».
Leggi anche:
- Salario minimo, la maggioranza vuole sopprimere la proposta delle opposizioni. Tajani: «Non siamo in Urss». Calenda: «Che imbecillità»
- I deputati più assenti di questa legislatura? Tutti e tre del centrodestra. Tra le opposizioni Avs è il gruppo più diligente
- Salario minimo, l’emendamento della maggioranza affossa la proposta di Pd-M5s: che cosa prevedeva