Roberto Saviano e la “censura” della Rai: «Alla fine resterà solo Peppa Pig. SpongeBob? Ho qualche dubbio»
Lo scrittore Roberto Saviano ha saputo della cancellazione del suo programma Insider dai giornali. E oggi si sfoga in due interviste a Corriere della Sera e La Stampa. «L’amministratore delegato Roberto Sergio deve essersi vergognato. Posso comprendere, essere un mero esecutore di decisioni politiche può causare un certo disagio», esordisce nel colloquio con Serena Riformato. «Pago l’attacco al potere. Ma in Rai alla fine resterà soltanto Peppa Pig», dice invece ad Antonella Baccaro. Parlando di «decisione politica». Il programma in quattro puntate era stato già registrato. E presentato all’interno dell’offerta televisiva della prossima stagione. Poi il dietrofront. «Il paragone fra me e Filippo Facci lo cavalcano i giornali di destra su esplicito mandato politico», dice lui.
Il Codice Etico
La decisione dell’a.d. Roberto Sergio sarebbe stata presa in omaggio al Codice Etico della Rai. Secondo l’azienda il linguaggio dello scrittore sarebbe incompatibile con le linee guida. L’intervento in cui definì Giorgia Meloni, Marco Minniti e Matteo Salvini «bastardi» risale però al 2020. Mentre intanto si è aperto il processo per diffamazione. Saviano ha anche definito “ministro della Mala Vita” Salvini nel 2018, citando un epiteto rivolto a Giolitti. «Sono a processo con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che ha perso il primo grado di giudizio e ha annunciato ricorso. Ma nonostante questo sono stato ospite in Rai decine di volte e ho condotto la prima stagione di Insider. Hanno solo inventato il rispetto di un presunto codice etico», ricorda lui.
Perché non ha ritirato la trasmissione
Al Corriere Saviano dice che «la Rai è la Rai, è una istituzione di questo paese: è rappresentativa dei suoi vizi e delle sue virtù. Esiste da sempre ed esisterà per sempre». Mentre sul Codice Etico fa presente: «Quindi voi giornalisti ora sarete attenti a tutte le dichiarazioni rese negli anni da chiunque abbia avuto una trasmissione in Rai?». Dice che non ha ritirato lui la trasmissione perché non ha mai subito dai suoi referenti Rosanna Pastore e Felice Cappa «alcuna pressione, cosa che è accaduta probabilmente ad altri. A me la trasmissione l’hanno direttamente cancellata. Un danno per le persone che ci hanno lavorato: soprattutto donne, coordinate da una donna, che stanno pagando per una vendetta politica». Il paragone con Facci però secondo lui è forzato: «Filippo Facci ha attaccato una persona inerme per difendere il potere. Io ho attaccato il potere. Il paragone Facci vs. Saviano lo cavalcano i giornali di destra su esplicito mandato politico. Spero che voi giornalisti seri, a questo punto, passerete al vaglio del codice etico tutte le dichiarazioni dubbie di chi oggi in Rai ha trasmissioni televisive ancora non cancellate. Mi sa che resterà solo Rai Yoyo».
La strategia della Lega
Saviano indica nella Lega il partito che ha orchestrato la strategia per cacciarlo: «Alla fine Roberto Sergio ha ceduto. Dimostrandosi un mero passacarte perché la decisione è politica e per nulla aziendale. Fosse aziendale dovrebbero epurare mezza Rai in virtù del codice etico. Da Bruno Vespa a Nunzia De Girolamo a Luca Barbareschi. Mi sa che l’anno prossimo in studio ci saranno Peppa Pig, la Pimpa e Sponge Bob. Anche se su SpongeBob ho qualche dubbio». Poi punta il dito sul Carroccio: «Nello stesso giorno Matteo Salvini attacca don Luigi Ciotti e ordina ai suoi scherani in Rai di cancellare “Insider”. È evidente da che parte sta questo governo, no? Cancellare un programma che denuncia le organizzazioni criminali non fa onore a nessuno. Farlo poi seguendo un finto codice etico elaborato per compiacere chi, nel 2015 dichiarava: “Cedo due Mattarella per mezzo Putin“, è un orrore».
Un’altra rete
Quanto all’idea di offrire il progetto a un’altra rete, Saviano spiega che «la Rai è proprietaria delle quattro puntate già registrate. E a questo punto credo il governo abbia tutto l’interesse a censurare un programma sul potere mafioso». Infine, il progetto finale: «Il sacco che stanno facendo di qualsiasi poltrona è l’unico modo che hanno per tenere in piedi il loro potere. La competenza gli è nemica, l’indipendenza li ansia, devono piazzare quindi vassalli. Ed è quello che hanno fatto, stanno facendo e continueranno a fare».