Maternità surrogata reato universale, Boschi: «Norma bandiera, come per i rave». E sul Pd: «Mi aspettavo più coraggio»
Elly Schlein e Giuseppe Conte, il giorno in cui si è votata la legge Varchi, alla Camera, non erano presenti in Aula. Ed è un aspetto che Maria Elena Boschi, deputata di Italia Viva, ha rimarcato nell’intervista a La Stampa: «Ero con Elly al gay pride e mi sarebbe piaciuto che Elly fosse stata con me in Parlamento a votare sulla Gestazione per altri. Su un provvedimento così importante mi sarei aspettata di sentire la sua voce alla Camera, peccato. Schlein e Conte da deputati avrebbero potuto esserci. La loro fuga dall’Aula è imbarazzante». Il 26 luglio, grazie al voto compatto della maggioranza, è passato il disegno di legge che rende universale il reato di maternità surrogata. Il provvedimento, ora, dovrà passare al vaglio del Senato per diventare effettivamente legge dello Stato.
La Gpa e il governo
Seppure passasse, ha sostenuto Boschi, «Giorgia Meloni non otterrà assolutamente nulla facendo diventare la gestazione per altri reato universale, così come non ha ottenuto nulla con il decreto Rave. Sono norme bandiera che le servono per dire che lei è sempre la stessa Giorgia, la populista di sempre». La proposta che porta la firma della deputata di Fratelli d’Italia Carolina Varchi, comporterà il rischio di detenzione in carcere fino a due anni per i cittadini italiani che ricorrono alla maternità surrogata. «Sul piano pratico», ha affermato Boschi, «non otterrà nessun effetto, perché nessun Paese dove la gestazione per altri è consentita collaborerà. I processi ai genitori resteranno senza condanne, ma i figli avranno lo stigma di essere figli del reato». E ha aggiunto: «È una legge che la Consulta cancellerà prima che produca effetti dannosi. È nata “per aprire un dibattito”, come candidamente affermato dalla ministra Roccella».
Il PD e Italia Viva
Dopo aver criticato il Partito democratico perché, non partecipando al voto a Montecitorio, «ha scelto di non scegliere sulla gestazione solidale», Boschi difende la decisione del Terzo polo che «ha lasciato libertà di coscienza su un tema etico». La deputata, tra le personalità più vicine a Matteo Renzi, ha chiuso l’intervista a La Stampa con uno sguardo al posizionamento di Italia Viva nell’arco parlamentare: «Nessun avvicinamento alla maggioranza nei prossimi mesi», ha garantito. «Se poi ci sono proposte del governo che condividiamo nel merito, come è stato per la delega fiscale e potrebbe succedere sulla riforma della Giustizia, le voteremo».
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