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Taffo ed Exequia querelate da un 21enne di Guidonia: «Offendono senza limiti la sacralità della morte»

28 Luglio 2023 - 22:59 Redazione
Nella querela vengono citate alcuni esempi di slogan ritenuti offensivi: «Previeni oggi, non ti vogliamo vedere domani», per esempio. Ma anche: «Ci sono due tipi di donne, quelle che denunciano e... (la foto di una bara accanto)»

Taffo Funeral Service ed Exequia Funeral Service, due agenzie di pompe funebri riconducibili allo stesso proprietario e note per le loro pubblicità ironiche, sono state querelate per alcune «pubblicazioni oscene», ovvero che «secondo il comune sentimento, offendono il pudore». Il querelante, scrive Il Messaggero, è un 21enne di Guidonia (Roma), Federico Rosati, che «ferito da tale promozione», ha deciso di sporgere denuncia, avendo perso il papà in giovane età. Nell’atto, visionato dal quotidiano romano, viene sottolineato come le pubblicità in questione, che hanno reso famose entrambe le aziende, offenderebbero «in maniera incontrovertibile, senza limiti, la sacralità della morte».

La réclame incriminata

Nella querela vengono citate alcuni esempi di slogan inventati dall’azienda e ritenuti offensivi. «Previeni oggi, non ti vogliamo vedere domani», per esempio. Ma anche: «Ci sono due tipi di donne, quelle che denunciano e… (la foto di una bara accanto)». Uno dei cartelloni pubblicitari, che non è affatto piaciuto al giovane di Guidonia, utilizza come riferimento il tema dell’afa: «Si schiatta di caldo» e «Sotto il sole non si respira». Uno slogan, questo, che secondo il 21enne, «deride – si legge nella querela – chi ha perso la vita a causa delle alte temperature come ad esempio il panettiere di 63 anni morto il 13 luglio scorso in provincia di Padova o il clochard deceduto a Roma, a Villa Gordiani, il 23 luglio». La Costituzione, fa saper il suo avvocato Gian Maria Nicotera, «vieta le pubblicazioni contrarie al buon costume, Tali pubblicità – continua – turbano il comune sentimento della morale, non rispettando il dolore di chi ha perso o sta perdendo un proprio caro». 

La replica di Taffo

Non ci sta, invece, Luciano Taffo, proprietario di entrambe le società di pompe funebri, secondo il quale «l’azienda sta portando un cambiamento» nell’intero sistema funebre a livello nazionale. «Una volta – continua – quando la gente vedeva uno di noi o un carro funebre partivano frasi o gesti di scherno. Eravamo solo “i cassamortari”. È assurdo essere denunciati per aver usato una frase comune come: «si suda da morire». Serve un pizzico di ironia nella vita, e anche nella morte», conclude.

Foto copertina: TAFFO/ Esempi di pubblicità della società di pompe funebri

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