Salvo Sottile al posto di Report? Il sindacato dei giornalisti Rai sul piede di guerra: «Uno schiaffo ai dipendenti»
Nuove grane per i vertici Rai, dopo le indiscrezioni che indicano Salvo Sottile prossimo a prendere il posto di Report il lunedì sera su Raitre. La protesta parte dal sindacato dei giornalisti Rai, che in una nota annuncia battaglia: «Dopo aver liberato il lunedì sera di Rai3 spostando alla domenica Report, al settimo piano di Viale Mazzini hanno pensato bene di mettere al suo posto una trasmissione prodotta da una società esterna, una redazione a cui non mancheranno prime utilizzazioni e un conduttore, Salvo Sottile, anche lui esterno, e per di più inciampato in un brutto post sulla segretaria del Pd Elly Schlein, corredato di bestemmia, post che ha poi disconosciuto. Ma questo caso non ha creato imbarazzo ai dirigenti Rai, che adesso premiano Sottile addirittura con una prima serata: il codice etico può attendere». Nella nota, i rappresentanti sindacali dei giornalisti Rai sottolineano che «qualora le indiscrezioni di stampa dovessero essere confermate, ci troveremmo di fronte all’ennesimo schiaffo a chi lavora da anni in azienda e per l’azienda, e ai cittadini che pagano il canone».
La protesta sull’appalto esterno
L’Ugsigrai, ribadendo che «non è tollerabile che, con un’esposizione finanziaria di circa 600 milioni di euro, si continuino ad appaltare i programmi a società o giornalisti esterni più graditi» chiede dunque ai vertici aziendali «con quale motivazione sia stata spostata la messa in onda di Report. Sicuramente non per gli ascolti o la credibilità della trasmissione, tra le più apprezzate dai cittadini». E nella nota indirizzata i vertici Rai, il sindacato dei giornalisti chiede ai vertici di chiarire «perché si è ritenuto di rimpiazzarlo con un programma esterno? A quanto ammonta il costo della nuova trasmissione?». L’Ugsigrai, in chiusura della nota ufficiale, comunica: «Non è accettabile che questo vertice, che ha già tolto la valorizzazione del giornalismo d’inchiesta dal contratto di servizio – introducendo invece la dieta mediterranea – giochi in questo modo con l’informazione del servizio pubblico. In Rai non c’è nessuna narrazione da cambiare, ma ci sono solo notizie da dare. Anche quelle che al potere non sono gradite».
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