Giorgia Vasaperna, la ragazza che ha fatto piangere il ministro Fratin: «Soffro di eco-ansia, ho anche attacchi di panico»
Si chiama Giorgia Vasaperna la ragazza che ha fatto piangere il ministro Gilberto Pichetto Fratin. Ha 27 anni e ha rivelato in un intervento al Giffoni Film Festival di soffrire di eco-ansia. Originaria di Catania, Vasaperna vive da due anni a Roma dove fa la scrittrice e l’attrice. E oggi in un’intervista a Repubblica spiega che il pianto del responsabile dell’ambiente del governo Meloni le è parso autentico: «In quel momento anche lui ha provato paura, forse perché per la prima volta ha pensato alla questione climatica immaginando le conseguenze sulla sua famiglia». Ma la risposta del ministro non l’ha soddisfatta. Semplicemente, perché «le parole, qualunque esse siano, non possono essere convincenti. Al punto in cui siamo occorrono fatti immediati. I fatti sì che possono essere giudicati. E invece la politica continua a rimandare, si dà obiettivi per il 2030 e il 2050. Ma io nel 2050 avrò 53 anni: mi si può promettere oggi qualcosa che vedrò, forse, solo allora?».
Il 2030 e il 2050
Vasaperna spiega nel colloquio con Luca Fraioli che «le notizie di eventi estremi mi causano attacchi di panico. Prima di fare un acquisto ci penso decine di volte, per valutare l’impatto che avrà quel mio gesto sull’ambiente. Le api, sensibilissime all’inquinamento, non ce la fanno più a volare, e se io ne vedo una a terra mi sento oppressa dall’angoscia». E ancora: «In queste ore sui social sono stata accusata di egoismo per quella frase. Ma io vorrei diventare madre, eccome. Però non penso sia giusto mettere al mondo una generazione che non potrà respirare aria pulita e che non vedrà la bellezza della Terra così come l’abbiamo conosciuta noi». Lei non si sente un’attivista climatica: «Non sono abbastanza competente. Mi sentirei ridicola a fare la portavoce di qualcosa». E spiega che non basta la visibilità dovuta a un video per diventare una leader.
Le manifestazioni
Secondo la ragazza le manifestazioni sul clima non sono molto partecipate perché «sono temi difficili ma credo che le cose stiano cambiando, nella società come tra i politici. Perché gli ultimi avvenimenti stanno facendo capire a tutti che anche la nostra casa sta bruciando. Fino a poco tempo fa eravamo dei privilegiati: a scappare dal riscaldamento globale erano i poveri del mondo. Ora potrebbe toccare a noi». Infine, un auspicio: «Mi auguro che chi ha il potere di cambiare qualcosa lo faccia. E subito, non nel 2030 o nel 2050. La mia è solo una voce tra le tante, spero venga ascoltata».
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