La strana storia dei diplomifici d’Italia: così con pochi giorni di frequenza e 10 mila euro si prende la maturità
Il Corriere della Sera oggi racconta un dossier di Tuttoscuola sui diplomifici. Ovvero su quella rete di istituti che sfornano annualmente migliaia di titoli di studio lasciando ai loro alunni la libertà di non frequentare la scuola. Il rapporto Maturità: boom dei diplomi facili racconta anche il fenomeno del “turismo diplomante”. E hanno pochi o pochissimi studenti iscritti fino alla vigilia della maturità o delle prove per l’esame del titolo che offrono. Poi arriva il boom: nell’ultimo anno scolastico la crescita degli iscritti arriva al +166%. «Ipotizzando una retta media di 5 mila euro, i ricavi di questo istituto solo per le iscrizioni al 50 anno sfiorerebbero in sei anni i 7 milioni», spiega il direttore di Tuttoscuola Giovanni Vinciguerra.
Il turismo diplomante
Il fenomeno del turismo diplomante riguarda migliaia di persone disposte a farsi centinaia di chilometri per frequentare le scuole a cui si iscrivono. In totale sono 92: una quota minore delle 1.423 paritarie che portano gli studenti alla maturità. Ma con una roccaforte: la Campania. Dove c’è il 90,5% dei nuovi iscritti. Segue il Lazio con il 6,3%, il 3,2% è in Sicilia. Su oltre un centinaio di province italiane quei 92 «paritari» sono concentrati in nove: tutte quelle della Campania più quelle laziali di Roma e Frosinone e quelle siciliane di Palermo e Agrigento». Sintesi finale: su 356 «paritari» in Campania quelli finiti nel dossier sono 82. Quasi uno su quattro. E dal 2015 ad oggi «l’incremento di iscritti a livello nazionale nelle paritarie tra il quarto e il quinto anno delle superiori è stato di 166.314».
I prezzi
Oltre 105 mila solo in Campania. Il Dpr 122/2009 dice che «ai fini della validità degli anni scolastici, compreso l’ultimo anno di corso (…) è richiesta la frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale». A cui questi istituti assolvono attraverso trasferte di 48/72 ore presso l’istituto dove si svolgerà l’esame per un numero totale di visite spesso inferiore a cinque. «La violazione di legge sulla frequenza per almeno tre quarti dei giorni di lezione messa in atto quasi sempre dagli istituti in odore di diplomificio è la loro carta vincente verso la clientela», spiega il dossier. E quanto si paga? Stando ai tariffari on-line, la cifra è «compresa tra i 1.500 e i 3.000 euro, più una tassa d’iscrizione che va da 300 a 500 euro. Per gli esami di idoneità, il prezzo varia tra i 1.500 e i 3.000 Euro. Per il diploma di maturità la retta media è 2.500-4.500 Euro. Ma ci sono casi in cui si arriva a 8.000 o addirittura a 10.000…».
I controlli
E i controlli? Gli ispettori erano 696, ora sono 24. A questi si aggiungono 59 dirigenti tecnici con incarichi triennali. Ovvero 83 ispettori per 20 mila istituti. A monte c’è il problema del valore legale del titolo di studio. «Non garantisce un suo valore reale», spiega Andrea Ichino, autore con Guido Tabellini del libro “Liberiamo la scuola”. «Allo stesso modo, la certificazione legale di un insegnante non garantisce la sua qualità: tutti ricordiamo gli insegnanti davvero bravi avuti nella nostra carriera scolastica così come quelli pessimi, eppure erano tutti insegnanti certificati dallo Stato».
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