Joe Biden annuncia l’invio di armi a Taiwan. L’ira della Cina: «Gli Usa destabilizzano la pace nello Stretto»
Gli Stati Uniti hanno annunciato un nuovo pacchetto di armi a Taiwan per 345 milioni di dollari, nell’ambito di un più ampio piano del valore complessivo di un miliardo. Come sottolineato in una nota ufficiale della Casa Bianca è la prima volta che le armi vengono prelevate direttamente dall’arsenale del Pentagono, sotto la cosiddetta “Presidential Drawdown Authority“. Ovvero un meccanismo per cui il presidente Usa può autorizzare l’invio di armi ad altri Paesi. Si tratta infatti di una mossa voluta dal presidente statunitense Joe Biden per accelerare l’invio dell’arsenale a Taipei. E che, con ogni probabilità, creerà tensioni nei rapporti tra Usa e Cina.
Il pacchetto
Nel pacchetto sono presenti svariate attrezzature di intelligence, sorveglianza e ricognizione e munizioni per armi leggere. Secondo quanto riferito da ex funzionario del dipartimento della Difesa statunitense, citato da Politico, verranno inviate munizioni per armi di piccolo calibro, oltre a droni militari MQ-9 Reaper. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale statunitense, John Kirby, ha dichiarato: «Prendiamo molto sul serio il nostro dovere di migliorare le capacità di autodifesa di Taiwan». A seguito dell’annuncio, l’ambasciatore cinese a Washington, Liu Pengyu, ha dichiarato che la Cina è «fermamente contraria» al fatto che gli Stati Uniti mandino armi a Taiwan. Sottolineando che «gli Usa devono smettere di vendere armi a Taiwan, smettere di creare nuovi fattori che potrebbero portare a tensioni nello Stretto di Taiwan e smettere di rappresentare rischi per la pace e la stabilità nello Stretto».
Cosa succede tra Usa, Cina e Taiwan
Ma cosa sta succedendo a Taiwan? Negli ultimi anni lo status dell’isola è divenuto sempre più critico, perché la sua autonomia non è riconosciuta come tale dalla gran parte dei paesi del mondo. Mentre la Cina lo rivendica come un proprio territorio. E nelle ultime ore la tensione è nuovamente andata via via crescendo. Nelle scorse ore, il Ministero della Difesa di Taiwan ha segnalato di aver avvistato due fregate russe in navigazione al largo della sua costa orientale. Successivamente ha dispiegato navi e aerei di sorveglianza per monitorarne i movimenti. A inizio giugno, il neo-ministro della Difesa di Pechino, Li Shangfu, ha dichiarato che una guerra con gli Usa sarebbe «un disastro insostenibile» per il pianeta. Sottolineando che la Cina non accetta le ingerenze da parte di altri Paesi, in particolare gli Stati Uniti. Più nello specifico Pechino non intende tollerare sconfinamenti navali occidentali che fungano da «pretesto per esercitare l’egemonia della navigazione».
La collisione
Poche ore prima delle dichiarazioni del ministro Li Shangfu, nello Stretto di Taiwan si è rischiata la collisione tra una nave da guerra cinese e un cacciatorpediniere americano, a margine di un’attività congiunta con il Canada sulla libertà di navigazione attraverso lo Stretto di Taiwan. Negli ultimi mesi, la Cina ha più volte violato lo spazio aereo di Taiwan oltre a svolgere esercitazioni militari attorno all’isola. Mosse che hanno contribuito all’aumento di tensioni tra Cina e Taiwan, ma anche tra Cina e Usa.