L’allarme del Segretario dell’Onu Guterres: «L’emergenza climatica causa crisi alimentari e aumenta le migrazioni: bisogna agire subito»
«Siamo passati dall’era del riscaldamento globale all’era dell’ebolizione globale. E bisogna agire ora, i leader non hanno più scuse». Sono le parole del segretario generale dell’Onu Antonio Guteress parlando a New York. Il tema dei cambiamenti climatici non si limita meramente alle condizioni climatiche e agli eventi estremi a cui abbiamo assistito negli ultimi giorni, non solo in Italia. La questione climatica ha impatto su più fronti, tra cui – solo per citarne alcuni – la salute fisica e psicologica individuale e collettiva, il lavoro e le condizioni di lavoratori e lavoratrici, la mobilità individuale e i fenomeni migratori, l’aumento della possibilità che si sviluppi una crisi alimentare globale, e tanti altri ancora. Il mese di luglio è stato il mese più caldo mai registrato nella storia, per ora. Malgrado ciò, Guteress tiene il punto e, in un’intervista a Repubblica, sottolinea che è ancora possibile frenare l’aumento delle temperature, se si riuscisse a raggiungere l’obiettivo del taglio delle emissioni di carbonio del 45% entro il 2030, limitando l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius. E, come ribadito dal presidente Mattarella nei giorni scorsi, è necessario che «si assuma piena consapevolezza che siamo in ritardo sui cambiamenti climatici» e, di conseguenza, su tutte le questioni che ruotano attorno al tema. A complicare questo quadro ci sono poi le guerre, come l’offensiva russa contro l’Ucraina, e le singole decisioni dei leader, come quella del presidente russo Putin di far uscire la Russia dall’accordo sul grano, rischiando di alimentare ulteriormente la crisi alimentare già in atto in altri Paesi e che è strettamente collegata ai fenomeni migratori.
La crisi alimentare
Guteress, nel corso dell’intervista, sottolinea che «i sistemi alimentari globali sono in crisi, e miliardi di persone ne pagano il prezzo. I Paesi hanno presentato percorsi sulla trasformazione e condiviso i progetti. Ma dobbiamo fare molto di più, molto più velocemente. Questa urgenza si è riflessa nel mio invito all’azione, costruito attorno a sei obiettivi chiave: dall’integrazione delle strategie dei sistemi alimentari nelle politiche nazionali, all’istituzione di una governance che riunisca i settori pubblico e privato, le comunità e società civile». Il tutto garantendo «finanziamenti accessibili a lungo termine, anche attraverso la riforma dell’architettura finanziaria internazionale e il rafforzamento delle banche multilaterali di sviluppo». Il segretario dell’Onu ha poi sottolineato che «la trasformazione dei sistemi alimentari è fondamentale anche per porre fine alla guerra insensata contro il nostro pianeta».
La Black Sea Initiative e l’impatto dell’uscita della Russia dall’accordo
Guteress, a chiare lettere, aggiunge: «Deploro profondamente la decisione della Federazione russa di porre fine all’attuazione della Black Sea Initiative», sottolineando di essere «profondamente deluso» dal fatto che grazie alla Black Sea Initiative, nell’arco di 12 mesi, è stato possibile consentire «l’esportazione sicura di quasi 33 milioni di tonnellate di cibo dai porti ucraini del Mar Nero verso 45 Paesi». E il numero uno dell’Onu precisa: «Togliere milioni e milioni di tonnellate di grano porta a prezzi più alti. Questi ultimi saranno pagati da tutti, in particolare dai Paesi in via di sviluppo e dalle persone vulnerabili, ma anche da quelli sviluppati». «Molte comunità sono a un passo dalla carestia, e questo quadro terribile è diventato più cupo con la fine della Black Sea Intiative da parte della Russia», ha proseguito Guteress, che ha ribadito il proprio impegno a «facilitare l’accesso senza ostacoli ai mercati globali di prodotti alimentari e fertilizzanti sia dall’Ucraina sia dalla Federazione Russa, e a garantire la sicurezza alimentare che ogni persona merita». L’obiettivo resta quello di «trovare nuovi modi per investire in sistemi alimentari che raggiungano ogni persona», perché «affamare i sistemi alimentari di investimenti significa affamare le persone».
I fenomeni migratori
Quanto ai fenomeni migratori, Guteress spiega di aver avuto una «discussione molto positiva e seria» con la premier Giorgia Meloni e, prosegue, «abbiamo convenuto che nessun Paese da solo può affrontare una simile sfida umanitaria. Non può essere solo un problema italiano. È fondamentale che vi sia un’azione coordinata all’interno dell’Unione Europea». E il numero uno dell’Onu precisa: «I membri dell’Ue devono lavorare assieme per limitare le cause profonde delle migrazioni irregolari, e migliorare i vantaggi di una migrazione regolare ben gestita per i paesi di destinazione e per i migranti stessi», perché «le rotte del Mediterraneo, e altrove, sono in mano ai trafficanti di esseri umani: una situazione che non può reggere», perché le tragiche conseguenze sono evidenti». E, concludendo, Guterres dichiara: «Dobbiamo investire in modo massiccio e globale per affrontare i fattori trainanti delle migrazioni forzate: clima, insicurezza alimentare, governance e altri. È essenziale offrire opportunità affinché le persone possano vivere dignitosamente nei propri Paesi».
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