Salt Bae, le molestie del cliente ubriaco all’ex cameriera davanti ai suoi occhi. La causa per razzismo dell’unico ex manager non turco
Non c’è pace per Nusret Gökçe, meglio noto come Salt Bae, il macellaio turco famosissimo per il suo modo particolare di salare la carne pregiata che si ritrova a fronteggiare una nuova causa intentata da un ex manager palestinese, che ha accusato di essere stato discriminato dopo essere stato isolato da tutti gli altri colleghi turchi, finché non è stato licenziato. I legali di Salt Bae finora hanno dovuto fronteggiare almeno quattro cause da ex dipendenti, come riporta il Sun, con accuse di discriminazione sessuale e razziale, oltre che diverse violazioni delle leggi sul posto di lavoro. Quasi tutte sono state fermate prima che arrivassero in tribunale con delle mediazioni e la firma di un accordo tra le parti. A superare il muro degli avvocati del macellaio turco però c’è stato Taher Ali, assunto come direttore generale nel ristorante Nusr-Et Midtown di New York nel 2018.
«Mi ha chiesto di mostragli i piedi»
In quello stesso ristorante sono avvenute diverse vicende controverse che sono sfuggite agli accordi di riservatezza. Come quelle raccontate da un’ex dipendente, Cattysha Flores, che aveva lavorato nella steakhouse Nusr-Et Midtown di New York dal maggio 2019 fino a luglio 2021. Flores ha rivelato che nel ristorante di Salt Bae vigeva la politica che vietava di lamentarsi dei clienti facoltosi per non infastidirli, cercando di accontentarli a ogni costo. Ai camerieri però sarebbero spesso arrivate richieste un po’ anomale, che spesso superavano anche i limiti più fantasiosi. Come nel caso che ha visto protagonista Flores, che si è sentita chiedere da un cliente di «mostrargli i piedi». Davanti a quella strana richiesta, il responsabile del ristorante avrebbe anche insistito perché lei obbedisse, visto che il cliente in questione era famoso per le mance generose, che potevano arrivare anche a 100 dollari per chi lo assecondava. In più Flores ha raccontato che una volta è stata avvicinata da un cliente visibilmente ubriaco che prima l’ha afferrata per il braccio sinistro e poi le ha chiesto con insistenza: «Baciamo, baciamo, perché non mi baci?». Dal direttore generale del locale, ha raccontato Flores, non c’è stato alcun sostegno. Anzi il manager si è avvicinato a lei per minimizzare: «È solo ubriaco».
Il muro legale per evitare i processi
Dopo quest’ultimo incidente, Flores sostiene di aver chiamato per ben due volte la polizia. Anche perché pare che il cliente non fosse nuovo a questo genere di approcci con le cameriere, spesso «molestate se di sesso femminile». La direzione però avrebbe minimizzato anche davanti agli agenti, spiegando che «non era un grosso problema». A queste scene avrebbe assistito personalmente lo stesso Gökçe, ma secondo Flores: «non ha intrapreso alcuna azione correttiva per risolvere la situazione», perdonando di fatto il suo manager. Nei documenti depositati in tribunale, gli avvocati del ristorante hanno smentito le accuse dell’ex dipendente. Finora i legali erano riusciti a risolvere con delle mediazioni le cause intentate dagli ex dipendenti, spingendoli a firmare accordi secondo cui «qualsiasi reclamo che il dipendente possa avere nei confronti del datore di lavoro, o di uno qualsiasi dei suoi funzionari, direttori, supervisori, dirigenti, dipendenti o agenti» deve essere risolto con un arbitrato. La causa di Flores si è interrotta ad aprile, finendo come le altre sotto arbitrato.
La causa dell’ex manager palestinese
È ancora in piedi invece la causa dell’ex manager palestinese Taher Ali, che ad agosto dello scorso anno ha accusato di razzismo la società di Salt Bae. Ali dice di essere stato discriminato perché era l’unico manager non turco e spesso ha dovuto lavorare molte più ore rispetto agli altri manager, anche senza riposi, sentendosi dire dai colleghi: «Non sei uno di noi». Ali avrebbe anche incontrato Gökçe, che secondo i documenti depositati in tribunale avrebbe scoperto in quell’occasione che un palestinese era stato messo alla direzione di un suo ristorante. Tra le accuse di Ali c’è anche quella delle mance, divise con una quota maggiore per i dipendenti turchi rispetto agli altri, che in diverse occasioni non hanno ricevuto nulla. Dopo le prime lamentele, Ali è stato retrocesso a «food runner» per poi essere licenziato perché «si preoccupa troppo degli americani e noi – gli dicevano gli altri manager – siamo qui per fare soldi». La società di Salt Bae ha negato ogni richiesta avanzata da Ali. E ora il rischio è che a decidere sarà un giudice.
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