Caso Santanchè e i parlamentari di IV al Twiga, parla Bonifazi: «Calenda da Capalbio vuole decidere dove ceno?»
«Sono stato a cena al Twiga venerdì sera. Come ero già stato altre volte essendo da sempre un frequentatore della Versilia. Potrei fare l’elenco dei parlamentari di tutti gli schieramenti che ho visto in quel locale. Leggere che Carlo da Capalbio pretende di decidere lui che cosa devo fare io il venerdì sera mi dà l’impressione di un uomo che non ha nulla di liberale ma che sogna uno stato etico. Sostenere che si debba chiedere al leader politico con chi cenare e con chi no mi sembra assurdo. E pensare che la politica si faccia con il gossip e non con le idee è puro populismo». Non si trattiene su Twitter il deputato di Italia Viva Francesco Bonifazi. Tutto parte da un pezzo di oggi del Corriere della Sera secondo cui cui i vertici renziani si sarebbero trovati questo weekend al Twiga. E nel locale di Flavio Briatore hanno cenato con Daniela Santanchè. Santanchè ha ceduto di recente le sue quote del Twiga proprio a Briatore e al compagno Dimitri Kunz. Ma ai colleghi dell’opposizione, proprio per il salvataggio della ministra del Turismo in Parlamento, questa cena è sembrata quantomeno inopportuna.
July 31, 2023
Non è piaciuta nemmeno ai vicini di emiciclo. Ovvero ad Azione guidata da Carlo Calenda, sempre più in rotta con IV. «La linea sulla permanenza di Daniela Santanchè al governo è sempre stata netta: deve dimettersi perché i suoi comportamenti (e capacità) non sono adeguati o accettabili per chi deve rappresentare gli italiani in qualità di ministro del turismo» ha ribadito una nota di Azione. Il partito di Calenda ricorda poi come non si sia sia «mai riconosciuto nella linea espressa dai vari interventi dei parlamentari e del capogruppo di Italia Viva, che non hanno mai pronunciato la parola dimissioni». «Per quanto concerne le cene con la ministra al Twiga – spiegano – che coinvolgono parlamentari di IV appartenenti al nostro gruppo, le si ritiene del tutto inopportune».
Marattin: «Cena con la Santanchè? Io non ci sarei andato»
Sulla vicenda è intervenuto anche il deputato di IV Luigi Marattin. All’Huffington Post spiega che ognuno è libero di fare quello che vuole. E che francamente al Twiga preferisce Pescocostanzo. «Non mi hanno invitato e comunque – ringraziando – ma avrei declinato; lo scorso weekend ero a Pescocostanzo con mia moglie e i nostri amici. Nel tempo libero preferisco frequentare persone al di fuori dell’ambito lavorativo. In ogni caso, capisco che chi fa politica sia sottoposto ad un severo scrutinio, però onestamente mi spaventa un po’ un dibattito in cui un politico nel suo tempo libero non può decidere di fare quello che accidenti gli pare. Nella fattispecie poi, se andassimo a vedere quanti politici sono stati al Twiga, penso che troveremo tanti novelli Savonarola».
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