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Femminicidio Cologno Monzese, l’omicida nascosto nell’armadio accusato di premeditazione: «Ero geloso, volevo stare con lei»

31 Luglio 2023 - 16:05 Redazione
L'amica sotto choc: «Dormiva in un'altra stanza, non mi sono accorta di nulla»

«Ero geloso, volevo stare con lei». Così Zakaria Atquaoui, il 23enne reoconfesso del femminicidio dell’ex fidanzata 20enne Sofia Castelli, ha parlato agli inquirenti. L’omicida non aveva accettato la decisione della ragazza di lasciarlo. Ora Atquaoui sarà risentito nell’interrogatorio di garanzia probabilmente domani, 1 agosto. Stando a quanto si apprende, il 23enne non avrebbe mai manifestato segni di aggressività e violenza prima del delitto. Il procuratore di Monza Claudio Gittardi ha confermato all’Ansa che al reo confesso è stata contestata anche l’aggravante della premeditazione, per aver rubato le chiavi di casa della vittima e averla aspettata in camera nascosto nell’armadio. Resta ancora sotto choc l’amica della vittima, nonché la ragazza con cui Castelli ha passato la serata in discoteca prima dell’omicidio. Ha riferito che quella sera hanno dormito in camere separate perché si sarebbero dovute svegliare a orari diversi e che non si è accorta di niente. Tanto che quando ha aperto la porta di casa ai carabinieri era del tutto ignara che in un’altra stanza c’era il cadavere di Sofia.

Stando a quanto emerso finora dalle indagini, quella sera Atquaoui – sapendo che la famiglia era in vacanza e che la ragazza avrebbe trascorso la serata in discoteca – l’avrebbe aspettata di nascosto in un armadio dell’appartamento. Il giorno prima aveva rubato le chiavi. Dopo che la vittima è entrata in casa, il 23enne avrebbe aspettato che si addormentasse, per poi prendere un coltello dalla cucina e accoltellarla alla gola. Agli inquirenti ha detto anche di aver origliato la conversazione della ragazza con la coinquilina: «Le ho sentite parlare di ragazzi e mi sono arrabbiato». Dopo averla uccisa, Atquaoui ha avvicinato per strada una pattuglia della polizia locale e ha confessato. Ora saranno le analisi sul cellulare di Castelli, disposte dall’autorità giudiziaria, a chiarire se tra lui e lei ci siano stati contatti nelle ore precedenti all’omicidio e l’autopsia dovrà definire se la ragazza prima di morire ha tentato in qualche modo di difendersi.

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