L’acuto di Al Bano: «Autotune e computer sono la fine della musica»
Nel dibattito su trapper e autotune irrompe Al Bano. Dopo gli sfottò di Samuele Bersani a Sfera Ebbasta, su Il Giornale il cantante 80enne dice che «la “compu-music” è la fine della musica». Poi aggiunge che le polemiche sul nuovo «sono così da sempre e sarà così per sempre. È così dai tempi di Wagner e di Verdi o più recentemente dai tempi dei grandi cantanti come Claudio Villa, quando c’erano quelli che criticavano gli urlatori. E poi hanno criticato gli artisti venuti dopo e le nuove forme di musica. C’è sempre una critica, ma bisogna anche capire che la musica non è nient’altro che lo specchio del tempo che viviamo. E dobbiamo saperlo accettare in un modo o nell’altro».
Un cantante di voce
L’artista di Cellino San Marco spiega: «Io sono un cantante di voce. Loro sono cantanti di computer. C’è una grossa differenza, la dimensione è diversa». E rimarca: «C’è anche da dire che molti critici dei cosiddetti cantanti urlatori li criticavano per aver ucciso la musica. Ma in realtà sono arrivati e sono passati. Ma c’è anche un ricordo mio personale, di quando incisi Nel sole. Alcune persone mi puntavano il dito contro: “Tu con questo tipo di musica non farai niente”. Poi quella canzone ha venduto 1 milione e 600 mila copie». La moda dell’autotune però ormai è radicata: Il tempo è quello e non si cambia: vince la moda del periodo. Quanto dureranno non lo sanno neanche loro. Ormai basta un computer… La vera musica è a riposo, ma c’è una tradizione antica che rimane viva».
La compu-music e i suoi alfieri
Poi la domanda sulla sua arrampicata su un traliccio: «Mi ha stupito l’improvvisa viralità, a dire il vero: sono sessant’anni che salgo sui tralicci (ride, ndr). Provo una gioia immensa: quando sei sul palco e canti, vai verso il pubblico e lo vedi, capisci se canta, ride o scherza. Quando sali sul traliccio c’è una sola direzione: mi sento un drone umano. Ma lo faccio da sempre, solo che ha fatto l’exploit solo adesso». Aggiunge che il primo a cantare blues in Italia è stato lui. E su Sanremo: «Io non vedo l’ora. Lo dichiaro da sempre, io ho una malattia che si chiama “sanremite acuta”. Ho frequentato tanti grandi teatri, ma l’Ariston è l’Ariston».
Meloni e Berlusconi
Infine, due parole sulla politica: «Giorgia Meloni è straordinaria, è veramente straordinaria. Fa quello che vuole, lo fa come vuole, sa quello che deve dire e sa come difendersi. Io le auguro un lungo governo e di riuscire ad annullare queste divisioni politiche: l’Italia è una e tutti dovremmo comportarci come i figli nei confronti di una mamma». Con una dedica speciale nei confronti di Silvio Berlusconi: «Sì, molti con il tempo lo rivaluteranno, davvero. Per me è stato il novello Re Mida».
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