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Caccia con arco e frecce in Liguria. Parte il “mailbombing” per fermare la legge. E sono state raccolte oltre 35mila firme in 24 ore

01 Agosto 2023 - 19:16 Redazione
La replica della giunta regionale: «La pratica è già consentita da una legge nazionale del 1992 e il provvedimento è stato approvato dal Consiglio regionale»

Oltre 35mila firme in poco più di 24 ore. È il risultato della petizione online lanciata su Change.org dopo l’approvazione in Consiglio regionale dell’emendamento sulla caccia con arco e frecce in Liguria. La decisione che prevede la possibilità di cacciare mufloni e cinghiali anche mediante strumenti definiti «preistorici» dagli ambientalisti, è stata presa su proposta del presidente della commissione Attività produttive, il leghista Alessio Piano. Per le associazioni animaliste si tratta, però, di un provvedimento «aberrante», nonché una «gratuita mattanza». Secondo diverse associazioni tale pratica sarebbe un esercizio di crudeltà. Il timore è che si tratti di una caccia di minor precisione che potrebbe arrecare maggiori sofferenze agli animali colpiti. Inoltre animalisti e ambientalisti sostengono che l’allungamento dei periodi di caccia ai daini e ai cinghiali sia rischioso perché molte persone frequentano le campagne durante tutto l’anno. Di qui, l’invio – due giorni fa – di una lettera con il sistema del mailbombing ai consiglieri regionali e al presidente Giovanni Toti per protestare contro le nuove regole. «Non siamo più nella preistoria e almeno qualche base etica comune dovrebbe sussistere, come non infliggere a nessuno sofferenza non necessaria», si legge nella mail. «La delibera approvata non rispetta questa base: i cacciatori con l’arco non sono tutti campioni olimpici ed è facile ipotizzare situazioni con animali trafitti da una freccia che vagano e agonizzano per giorni». Nel frattempo, la giunta regionale ha emanato in queste ore una nota per replicare alle polemiche: «Il provvedimento sulla regolamentazione in Liguria della caccia con arco e frecce, già consentita da una legge nazionale del 1992 – si legge – non è una iniziativa della giunta, è stato approvato dal consiglio regionale in modo trasversale da maggioranza e opposizione, con 23 voti favorevoli su 28 presenti», conclude.

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