Quella volta che Ignazio La Russa provò a picchiare il fratello del fotografo Pizzi: «Da allora mi odia»
Il fotografo Umberto Pizzi, mitico immortalatore della Dolce Vita romana dagli Anni Sessanta ai giorni nostri, oggi sul Fatto racconta il suo «brutto rapporto» con il presidente del Senato Ignazio La Russa. E dice che i motivi non sono a lui del tutto chiari. Pizzi racconta di aver cominciato a seguirlo già nel 1992, all’epoca della prima elezione in Parlamento. Ed è diventato subito bersaglio dei fotografi grazie al pizzetto perfettamente squadrato. Negli anni Novanta l’invito nella villa dell’imprenditore farmaceutico Vincenzo Crimi. C’è anche La Russa, che secondo Pizzi «ha provato a picchiare il mio di fratello, per una foto a lui non gradita o qualcosa del genere. All’epoca stavo abbastanza in forma, dunque intervenni prima che la situazione degenerasse. Da quel momento in poi, gli unici sguardi che mi dà sembrano carichi di negatività».
L’intervento
Pizzi racconta che La Russa protestò anche nel giorno del funerale di Donna Assunta, vedova di Almirante. «Cominciò a sbraitare appena mi vide dentro la chiesa». Una scena che si ripete per la visita di Viktor Orbán. E quella volta si presenta Giorgia Meloni a scusarsi: «È fatto così». Poi l’ultimo aneddoto: «Sono un comunista, eppure ho sempre avuto ottimi rapporti con le persone di destra, che credo apprezzino il mio lavoro. Ho fotografato il primo matrimonio di Italo Bocchino, che di recente mi aveva chiamato per coprire anche le sue seconde nozze. Quando però l’ho incontrato una settimana prima della cerimonia, mi è sembrato un po’ freddo, imbarazzato. Il motivo l’ho scoperto poco dopo: il suo testimone di nozze era il presidente del Senato, quindi io avevo appena perso il lavoro».
In copertina: foto di Ignazio La Russa di Umberto Pizzi
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