Puglia, il clima ferma la maturazione dei pomodori. L’allarme: «Sulle tavole arriva quello cinese»
Il cambiamento climatico sta mettendo a rischio uno degli ingredienti principali della cucina italiana: il pomodoro. L’allarme arriva dalla Puglia, dove le ondate di calore alternate a violenti nubifragi non hanno permesso ai pomodori da salsa di maturare correttamente. Il problema è grave perché nel tacco dello Stivale si produce gran parte del pomodoro italiano, un quinto del totale nazionale solo nel Foggiano. Ma il rischio è doppio, perché, in assenza di concentrato italiano, la salsa viene prodotta con pasta di pomodoro proveniente dalla Cina che in passato è spesso stato spacciato per italiano anche se non lo era. Il prodotto cinese ha un vantaggio concreto su quello nostrano: costa la metà. Grazie ai grandi volumi prodotti e allo sfruttamento dei lavoratori dello Xianjiang, la regione cinese dove il governo costringe al lavoro forzato la minoranza musulmana degli uiguri.
I ricavi si riducono
I coltivatori pugliesi, responsabili di 20 milioni dei 55 milioni di quintali prodotti dal nostro Paese sono in difficoltà. Le anomalie climatiche riducono il raccolto e aumentano i costi di un bene che all’ingrosso viene pagato tra i 5 e i 17 centesimi al chilo. A fronte di circa 1,60 euro per la bottiglia di passata da 700 millilitri, i ricavi rimangono molto bassi, riporta il Corriere del Mezzogiorno. Per questo Coldiretti e Filiera Italia stanno spingendo affinché il governo «si faccia portavoce presso la Commissione europea della richiesta di divieto assoluto di importazione di concentrato di pomodoro cinese, soprattutto se proveniente dalla regione dello Xinjiang». Tra le preoccupazioni c’è anche quella per la salubrità del pomodoro cinese di cui è più difficile controllar gli standard igienici di produzione.
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