Così Massimo Ferrero portava i soldi delle banche alla Sampdoria nelle sue società
Una parte dei fondi ottenuti dalla Sampdoria grazie alla garanzia pubblica di Sace sono finiti, secondo gli inquirenti, in alcune società cinematografiche di Massimo Ferrero. Tra queste la Sport spettacolo holding srl (Ssh sr). Uno dei bonifici effettuati a quest’ultima viene giustificato in un modo curioso. Sarebbe il pagamento dell’utilizzo del marchio “Baciccia”. Ovvero il marinaio simbolo dello stemma, incassato però sempre da una società di Ferrero. Il Fatto Quotidiano dettaglia oggi le accuse nei confronti dell’ex proprietario dei blucerchiati. E la storia parte dall’emergenza Covid. Ovvero quando il governo Conte II introduce una garanzia pubblica ai prestiti bancari. L’aiuto non dovrebbe andare alle imprese già in difficoltà. Ma grazie alle plusvalenze il bilancio della Samp è ufficialmente florido.
Il giro dei soldi
E allora ecco i soldi. Il club ottiene 5 milioni dal fondo di garanzia piccole e medie imprese. 17 da Banca sistema Spa. E 40 milioni dalla Macquarie Bank International Limited. Molto di quel denaro finisce nelle società cinematografiche del Viperetta, che nel frattempo sono in fallimento. E chi paga? Lo Stato, naturalmente. «Entrambi gli istituti di credito, Banca Sistema e Macquarie – annotano in un’informativa i finanzieri del Nucleo di polizia economica e finanziaria – hanno recentemente provveduto a escutere la garanzia statale, a copertura del 90% del totale finanziato, a seguito del mancato rimborso della Samp, ribaltando l’onere della restituzione delle ingenti somme sul soggetto pubblico garante, Sace». Il giro dei soldi: «Il 26 novembre 25 milioni vengono trasferiti alla Sport spettacolo holding srl (Ssh sr), che li ha girati a sua volta alla Holding Max srl, che a sua volta ha provveduto a emettere assegni circolari a favore delle procedure concorsuali della Blu cinematografica srl e della Blue Line srl».
Er Viperetta
Al centro di tutto c’è il Viperetta. Che contatta gli amministratori delle società per avvertirli dell’arrivo dei soldi. Ma nell ’inchiesta genovese emerge anche l’evaporazione di 4,6 milioni erogati dall’istituto del credito sportivo e destinati alla ristrutturazione del campo di allenamento di Bogliasco. I lavori non sono stati mai portati a termine. Nel frattempo le società capofila sono fallite a catena e il Comune di Bogliasco, alle porte di Genova, ha avviato una procedura di recupero del credito per il mancato pagamento dell’affitto del campo.