Bersani contro Meloni: «Sulla strage di Bologna non riconosce la verità storica: non merita rispetto»
L’ex segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani all’attacco di Giorgia Meloni sulla strage di Bologna. In un’intervista a La Stampa Bersani dice che la premier «non merita rispetto». Perché non ha definito «neofascista» la matrice della strage. Mentre una teoria del complotto parla di una “pista palestinese” sulle responsabilità della bomba alla stazione che ha ucciso 85 persone. Nel colloquio con Francesca Schianchi l’ex leader del Pd ricorda che il 2 agosto 1980 era assessore ai servizi sociali in Emilia-Romagna. «Mi precipitai in stazione e vidi un’Apocalisse», racconta. E poi: «Resistendo alla curiosità, i bolognesi avevano fatto un cordone umano per consentire alle ambulanze di passare. Un’Apocalisse ordinata, come solo a Bologna può succedere. Ricordo che, già allora, chi era lì aveva capito: sono stati i fascisti, dicevano».
La strage e Giorgia Meloni
Bersani dice che quando ha sentito Sergio Mattarella parlare di matrice neofascista accertata nei processi gli sono venute le lacrime agli occhi. «Ci sono voluti 43 anni perché un presidente della Repubblica certificasse quello che avevo sentito quel mattino». E aggiunge che c’è una saldatura tra verità politica e giudiziaria: «Se la politica non è in grado di riconoscerla non merita il rispetto degli italiani. Anche se fosse presidente del Consiglio». Poi accetta la proposta del direttore del Giornale Augusto Minzolini, che chiede una glasnost italiana: «Partiamo da Ordine Nuovo e tiriamo tutti i fili. Noi con le Brigate Rosse lo abbiamo fatto. Lo facesse anche la destra. E non c’è bisogno di commissioni parlamentari: basta leggere le sentenze dei processi».
L’odore di manganello
E sulle commissioni parlamentari che vogliono riscrivere la storia, dice Bersani, «Mattarella ha parlato chiaro. Assistiamo al tentativo di superare la verità giudiziaria virando su una verità politica. Quando poi si pensa a una Commissione su una persona, come non sentire un vago sentore di manganello?». Poi parla del reddito di cittadinanza: «La ministra Calderone dice che chi vuole il lavoro lo trova? Evidentemente viene da Marte. La chiusura è su Schlein: «La incoraggio a tenere il partito aperto e accogliente, e a stimolare più discussione politica: se la si facesse, la polemica mediatica tra radicali e moderati evaporerebbe da sola, perché è una stupidaggine. In ogni caso, Elly ha rianimato la compagnia».
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