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Fassino non si pente per il cedolino da 4.700 euro: «Non voglio aumenti ma l’antipolitica fa male al paese»

04 Agosto 2023 - 07:43 Redazione
Il deputato Pd: ho fatto un discorso di verità

Il deputato Pd Piero Fassino ha mostrato in Aula alla Camera la sua busta paga da 4.700 euro per sostenere che il suo non fosse uno stipendio d’oro. Anche se al calcolo manca qualche punto, lui dice che non si è pentito del gesto. Anche se gli è arrivato un richiamo dalla segretaria Elly Schlein. «Ho fatto un discorso di verità. Non ho detto nulla di eretico. Ho posto temi su cui è utile che tutti riflettano», dice in un’intervista a La Stampa. E ancora: «Ho solo ricordato che l’indennità che si percepisce è quella, non 10 o 12 mila euro». Ma un’autocritica la fa: «Forse c’è stata in me l’ingenuità di credere che si potesse ragionare di questi temi in modo razionale e pacato. Invece, come si è visto, non è possibile».

Le indennità

Poi aggiunge nel colloquio con Serena Riformato: «Io non ho mica detto che quella indennità debba essere cambiata o aumentata. La ritengo adeguata, non mi sono lamentato. Ho ricordato che quello stipendio ha un valore e non un altro. Il fatto che ne sia nata una polemica mi sconcerta. Non era nelle mie intenzioni». E sulle accuse di aver taciuto altri emolumenti: «Non è vero. Le risorse che la Camera mi eroga sono utilizzate esclusivamente per l’attività politica e parlamentare». Mentre con Schlein non si sono chiariti perché «non ce ne era bisogno. Io ho detto fin da subito che avrei parlato a titolo personale e non di gruppo».

L’antipolitica

Poi Fassino va al punto: «È ora di dire che l’antipolitica non fa bene al paese. Abbiamo ridotto il numero di parlamentari, adottato una legge che non consente ai cittadini di scegliersi i propri rappresentanti, eliminato il finanziamento pubblico ai partiti, tagliato i vitalizi, anche con effetto retroattivo. Tutto questo non ci ha consegnato una politica più forte». E dice che non ha votato gli ordini del giorno sul taglio dei vitalizi perché «mi sembravano ispirati da una logica demagogica. Ed è la ragione per cui sono intervenuto».

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