Niger, scaduto l’ultimatum. In migliaia con i golpisti a Niamey (con cartelloni che inneggiano alla Russia e al gruppo Wagner)
È scaduto l’ultimatum di sette giorni dell’Ecowas contro i golpisti del Niger che hanno deposto il filo-occidentale presidente Mohamed Bazoum. Oggi lo stadio di Niamey si è riempito di quasi 30 mila filo-golpisti. Tra loro bandiere russe e cartelli che inneggiano al gruppo Wagner. La comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale avevano espressamente chiesto di ripristinate la democrazia, pena un possibile intervento armato. Data la scadenza i 65 militari della missione italiana “Misin”, in Niger, sono rientrati in Italia per «aumentare l’autonomia logistica della base italiana, ottimizzando anche le sue capacità ricettive qualora diventi necessario accogliere e, in caso di urgenza, evacuare» la quarantina di italiani, soprattutto esperti operatori di ong, rimasti ancora nel Paese.
Niger, uno scontro che nessuno vuole
«Secondo la maggior parte degli analisti, un conflitto appare improbabile, almeno nel breve periodo», spiegano sul New York Times dando concretezza alle speranze del primo ministro nigerino Ouhoumoudou Mahamadou: «Una soluzione positiva è ancora possibile – ha detto da Parigi -, in ogni negoziato può succedere di tutto finché non si arriva alla scadenza. Gli ultimi minuti sono cruciali». «Culturalmente, religiosamente, siamo quasi uguali. Sarebbe come combattere contro un fratello», ha dichiarato il generale Christopher Gwabin Musa, capo di stato maggiore della Difesa della Nigeria, il più potente degli Stati dell’Ecowas. Di traverso anche l’Algeria: «Rifiutiamo categoricamente qualsiasi intervento militare – precisa il presidente Abdelmadjid Tebboune, perché sarebbe – una minaccia diretta per l’Algeria».
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