Ucraina: Pavel, il metropolita filorusso di Kiev è stato liberato su cauzione. Il legale: «Pagati 820mila euro (33,3 milioni di grivnie)»
Il metropolita e vicario del monastero delle Grotte di Kiev, Pavel, è stato rilasciato su cauzione. Lo ha reso noto il suo legale, Nikita Chekman: «Oggi il vicario della Kyiv-Pechersk Lavra è stato finalmente rilasciato dalla custodia», si legge su Telegram. La notizia è stata, inoltre, confermata all’Ukrainska Pravda dal servizio di sicurezza ucraino Sbu. Secondo l’avvocato, circa 1000 persone avrebbero contribuito al pagamento della cifra astronomica per la liberazione di Pavel: 33,3 milioni di grivnie, ovvero 820mila euro. Il metropolita di Kiev era stato arrestato lo scorso primo aprile e posto agli arresti domiciliari per le sue posizioni filorusse nella guerra in Ucraina. La procura generale di Kiev, in quell’occasione, aveva riservato parole durissime al metropolita, a loro dire colpevole di aver «offeso i sentimenti religiosi degli ucraini» e di aver «giustificato l’aggressione della Federazione russa contro l’Ucraina». Il sospetto, in particolare, riguardava quella che definiscono la «violazione dell’uguaglianza dei cittadini a seconda della loro etnia, nazionalità, appartenenza regionale, credenze religiose, e la giustificazione-negazione dell’aggressione armata della Federazione Russa contro l’Ucraina e glorificazione dei suoi partecipanti». Secondo le indagini, il religioso nei suoi discorsi «ha ripetutamente insultato i sentimenti religiosi degli ucraini, sminuito le opinioni dei credenti di altre fedi e ha cercato di creare atteggiamenti ostili nei loro confronti», concludeva l’accusa, avanzata dai servizi ucraini (Sbu). Il 14 luglio scorso, il tribunale del distretto di Solomyansky di Kiev aveva deciso di cambiare la misura preventiva degli arresti domiciliari in detenzione con la possibilità di libertà su cauzione.
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