Niger, l’Ecowas mobilita le truppe ma cerca il dialogo. La minaccia dei golpisti: «Se attaccate uccidiamo il presidente Bazoum»
Nella giornata del vertice di Abuja, arriva la minaccia dal nuovo governo del regime militare che si è instaurato dopo il golpe in Niger. Il presidente deposto Mohamed Bazoum verrà ucciso se i Paesi vicini proveranno a mettere in atto qualsiasi intervento militare per ristabilire il suo governo. È quanto ha fatto sapere alla sottosegretaria di Stato americana Victoria Nuland, secondo quanto riporta l’Associated Press che cita due funzionari occidentali. La minaccia è stata annunciata all’alto funzionario Usa durante la sua visita nel Paese nei giorni scorsi. Intanto, oggi 10 agosto è partita ad Abuja, in Nigeria, la riunione dei leader della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (Ecowas) per tentare di risolvere la crisi in Niger e a seguito del fallimento del loro ultimatum ai golpisti, scaduto domenica scorsa. Dall’incontro è emersa la volontà di agire «il prima possibile», come ha spiegato il presidente della Costa d’Avorio Alassane Ouattara al termine del summit, «i capi di stato maggiore faranno altre riunioni per finalizzare le cose ma hanno l’accordo della conferenza dei capi di Stato affinché l’operazione inizi il prima possibile».
La linea diplomatica dell’Ecowas
«Il negoziato con il regime militare del Niger deve essere la base del nostro approccio», ha affermato il Presidente dell’Ecowas e della Nigeria, Bola Tinubu. I leader dell’Ecowas hanno ribadito la linea della diplomazia come strada maestra per mettere fine alla crisi in Niger. «Diamo la priorità ai negoziati diplomatici e al dialogo come fondamento del nostro approccio», ha proseguito Tinubu. Ciononostante hanno mobilitato le forze armate, istituendo una forza di pronto intervento che resta però in standby, per il ripristino dell’ordine costituzionale. In merito all’ultimatum ignorato dal regime militare ha detto: «Purtroppo, l’ultimatum di sette giorni che abbiamo emesso durante il primo vertice non ha prodotto il risultato desiderato. Dobbiamo coinvolgere tutte le parti coinvolte, compresi i golpisti, in discussioni serie per convincerle a cedere il potere e reintegrare il presidente Bazoum». Dal summit di Abuja emergono posizioni diverse. Il presidente della Costa d’Avorio ha ribadito la volontà dell’Ecowas di agire con un contingente, al quale il suo Paese contribuirà con un battaglione di 850 a 1.100 soldati: «I golpisti possono decidere di partire domani mattina e non ci sarà nessun intervento militare, tutto dipende da loro»”, ha insistito, «siamo determinati a reinstallare nelle sue funzioni il presidente Bazoum». Ma il presidente della Commissione Ecowas, Omar Touray, ha sottolineato «il continuo impegno per il ripristino dell’ordine costituzionale, attraverso mezzi pacifici».
Onu: «Rilascio immediato del presidente»
Intanto intervengono anche le Nazioni Unite, tramite la voce del Segretario Generale, Antonio Guterres, che ha chiesto «il rilascio immediato e incondizionato e la reintegrazione come capo dello Stato del presidente del Niger Mohamed Bazoum». Guterres, inoltre, si dice «molto preoccupato per le deplorevoli condizioni di vita in cui si crede vivano il presidente Bazoum e la sua famiglia mentre continuano ad essere detenuti arbitrariamente».
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