Il prete dj che ha fatto scatenare i fedeli prima della messa del Papa: «Quando ho visto i cardinali ballare, non ci potevo credere»
Padre Guilherme Peixoto. Così si chiama l’ormai famoso prete deejay salito sul palco allestito al Campo da Graça del Parque Tejo di Lisbona poche ore prima che Papa Francesco celebrasse la messa finale della 37esima Giornata Mondiale Della Gioventù. Oggi, in un’intervista a El Mundo, racconta com’è nata la sua passione per la console da dj. Nel 2005 venne chiamato per lavorare in una parrocchia, dove il parroco aveva seri problemi di salute, l’edificio era molto vecchio e necessitava di essere ristrutturato. Il problema, però, è che i soldi non bastavano e così assieme ad altri ragazzi ha deciso di iniziare a organizzare delle piccole feste in una piccola mensa per raccogliere fondi e poter così coprire le spese. «Da quel momento mi sono appassionato alla musica, così ho comprato l’attrezzatura e mi sono iscritto a una scuola di jazz per imparare ad improvvisare. Negli anni sono diventato più professionale fino ad arrivare ad oggi, in cui sono riuscito ad essere abbastanza seguito nel mio paese», rivela.
«Servono linguaggi nuovi per avvicinare i giovani»
Negli anni ha fatto diverse esibizioni, più o meno importanti. Ma nessuna è stata come quella che ha potuto fare alla Giornata Mondiale Della Gioventù, davanti a un milione e mezzo di persone. «Non credo che riuscirò mai a digerire tutto quello che è successo. Ero davvero pronto a suonare davanti a tutte quelle persone, ma mentre ero lì mi sono voltato e ho visto tutti i cardinali che mi fotografavano, non ci potevo credere. A me, un umile prete che suona solo musica elettronica», commenta a freddo. Fa sapere che tutto quello che ha suonato sono opere sue, ma che il suo obiettivo con la musica è uno solo: divertirsi. Provando anche ad avvicinare alla fede i più giovani, tramite strumenti e linguaggi nuovi. «L’intenzione era quella di dare suono alla tradizionale musica sacramentale, dandole un tocco contemporaneo con l’influenza dell’elettronica. Perché, se Papa Francesco sa parlare la lingua dei giovani, dobbiamo anche cercare di avvicinarci a loro e capire i loro gusti e il loro modo di comunicare», conclude.
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