Torino, donna italiana trovata impiccata in carcere: è il secondo suicidio in meno di 24 ore
Sono passate meno di 24 ore dalla morte di Susan John, 42enne originaria del Niger che si è lasciata morire di fame e sete nel Carcere Lorusso e Cutugno di Torino, che presso la stessa sezione femminile della Casa Circondariale si è verificato un secondo suicidio. Un’altra detenuta si è infatti impiccata: il suo nome era Azzurra Campari. La donna, italiana, era stata trasferita a fine luglio da Genova presso la struttura torinese. L’episodio sarebbe avvenuto nel tardo pomeriggio di oggi, 11 agosto. Le indagini sono nelle mani della polizia penitenziaria, che sta provando a far luce sulla dinamica dell’accaduto. Se si considera il suicidio di Graziana Orlarey, che si è tolta la vita lo scorso 29 giugno a pochi giorni dalla scarcerazione per la paura di ciò che avrebbe trovato fuori, il bilancio dei suicidi delle detenute nella struttura è pari a tre nell’arco di un mese e mezzo.
Il segretario generale dell’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria (Osapp) ha dichiarato a Repubblica Torino: «Il carcere di Torino ha assunto le caratteristiche dei gironi danteschi sia per i detenuti sia per il personale, ed è confermato ogni giorno dagli eventi che vi accadono. Peccato che a non rendersi conto della reale gravità delle condizioni delle carceri Italiane siano da un lato proprio coloro che avrebbero dovuto intervenire da tempo in sede di amministrazione penitenziaria centrale e in ambito governativo soprattutto laddove ad una carenza di organico di polizia penitenziaria di almeno 6000 unità sull’intero territorio nazionale e ad una grave mancanza di strumenti e di preparazione professionale (per fronteggiare risse, aggressioni, tossicodipendenze e patologie mentali) fanno da contraltare il crescente sovraffollamento detentivo e la fatiscenza delle infrastrutture».
Copertina: carcere Lorusso e Cutugno di Torino, Google Street View
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