Costa 200 mila euro a Paola Ferrari salvare Daniela Santanché e il suo gruppo Visibilia
È stato registrato il 2 agosto scorso davanti al notaio milanese Fabio Gaspare Pantè il contratto di cessione quote fra la Immobiliare Dani e la Alevi srl. Quest’ultima società ha rilevato il 25% di Visibilia concessionaria, la società che raccoglie la pubblicità per le testate del gruppo di Daniela Santanché e fra gli altri anche per il quotidiano Il Riformista di cui è direttore politico Matteo Renzi. Alevi è la holding di partecipazioni della giornalista sportiva della Rai Paola Ferrari, che è anche moglie di Marco De Benedetti, figlio dell’industriale e finanziere Carlo De Benedetti.
L’aiutino
Quella della Ferrari è una mano sostanziale offerta alla Santanché nel suo momento più difficile, perché con l’operazione firmata porta 200 mila euro nelle casse di una società che è al centro del piano di salvataggio del gruppo dell’attuale ministro del Turismo. Secondo il contratto depositato infatti la Ferrari ha concordato un prezzo per le azioni abbastanza basso: «Il prezzo della presente cessione viene convenuto in complessivi euro 38.715,95». Versato prima con un assegno-anticipo di 5 mila euro e poi con il saldo. Ma a questa cifra se ne è aggiunta un’altra. L’impegno contrattuale di Alevi di «versare entro il 24 luglio 2023 alla Società il residuo importo (decimi mancanti) di Euro 161.284,05». In tutto fanno appunto 200 mila euro.
Cosa succede a Visibilia
Visibilia concessionaria è al centro del piano della Santanché per evitare il fallimento del gruppo. Avendo fornito il patronage sul pagamento dei debiti di Visibilia srl, la società che rischia il fallimento. La controllante della concessionaria, appunto l’Immobiliare Dani, si era accollata il debito di quest’ultima nell’ambito di un altro procedimento legale di composizione della crisi. Al tribunale era stato spiegato che per rimettere le cose a posto almeno nella concessionaria la Santanché aveva lanciato un robusto aumento di capitale.
Il problema è che ne aveva versato solo una parte, rischiando di fare saltare in aria la mediazione con i giudici. Questi 200 mila euro della Ferrari sono davvero il salvagente che serviva al ministro del Turismo. E sono stati una sorpresa: le due amiche e socie da tempo, litigarono furiosamente sei anni fa. La Ferrari portò la Santanchè in tribunale, perdendo però la causa intentata. Ma disse che l’attuale ministro del Turismo era stata «la delusione della mia vita». Ora deve essersi ricreduta.