L’Anfiteatro di Pompei ospiterà l’incontro di Mma tra Zuckerberg e Musk?
Sembrerebbe proprio Elon Musk e Mark Zuckerberg, alla fine, verranno alle mani. Adesso bisogna solo capire dove. L’atteso combattimento tra i miliardari è stato nuovamente confermato nella giornata di ieri, 11 agosto, così come è stato confermata dal patron di Tesla la location: un luogo «epico» in Italia. Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha confermato di aver avuto «una lunga e amichevole conversazione» con Musk. Ma ha smentito che l’incontro possa tenersi nel Colosseo. E allora, uscita di scena Roma, hanno cominciato a rincorrersi le ipotesi sulla possibile cornice per un tale bizzarro evento: in pole position ci sono l’Arena di Verona e il Parco Archeologico di Pompei.
Il più quotato
Quest’ultimo, in particolare, sembra essere il più quotato. Tanto che, riporta il Manifesto, l’archeologa ed ex senatrice Margherita Corrado (in qualità di presidente dell’Associazione Mica Aurea-Odv), ha inviato una richiesta di chiarimenti alla sezione napoletana del Nucleo carabinieri per la tutela del patrimonio culturale. Nel frattempo, però, il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio manifesta entusiasmo: «Sarebbe il luogo più adatto, lo spero proprio», ha commentato. «Il sito archeologico di Pompei – ha aggiunto – attira di per sé l’attenzione mondiale e negli ultimi tempi, anche grazie agli eventi di rilievo internazionale che vi si allestiscono, sta riscuotendo un interesse strepitoso».
Storia dell’anfiteatro
Di sicuro, non sarebbe il primo combattimento ospitato dal luogo. L’anfiteatro, infatti, è il più antico edificio per spettacoli dei gladiatori di cui è rimasta traccia. Costruito poco dopo il 70 a.C., dunque circa 150 anni prima del Colosseo, per iniziativa dei due magistrati Caius Quinctius Valgus e Marcus Porcius, l’edificio ha due ingressi ed è privo di sotterranei. La parte superiore (summa cavea) era riservata alle donne, mentre i magistrati sedevano nei gradini inferiori (ima cavea). L’anfiteatro poteva accogliere circa ventimila spettatori. Secondo quanto confermato da un affresco, oggi conservato al Museo Archeologico, che ritrae la rissa tra nucerini e pompeiani nel 59 d.C., lungo le pareti superiori della galleria erano stati posizionati grossi anelli di pietra per proteggere gli spettatori dal sole. Il campo fu squalificato per dieci anni e dopo il terremoto del 62 d.C. l’imperatore Nerone revocò la squalifica.
Eventi passati
Molti combattimenti dei gladiatori hanno avuto luogo in quell’anfiteatro. Inizialmente venivano organizzati come espressione di dovere (Munus) nei confronti dei defunti, in quanto vigeva la convinzione di origine greca secondo cui il sangue versato placa le anime dei morti. In seguito, gli spettacoli sono diventati strumenti di propaganda, in genere per ostentare la propria ricchezza oppure per finalità politiche. Gli imperatori tenevano i gladiatori nelle proprie caserme, per farli allenare. A Pompei erano presenti, probabilmente, circa 13 scuole. A distanza di secoli, l’anfiteatro di Pompei è stato cornice di eventi decisamente meno sanguinosi: nel 1971, dal 4 al 7 ottobre, sul posto si tenne infatti un epico concerto dei Pink Floyd. La location venne scelta quasi per caso dal regista Adrian Maben: l’uomo era in visita a Pompei con la sua fidanzata, quando si accorse di aver smarrito il portafoglio. Tornato nei pressi dell’anfiteatro, vedendolo senza turisti, intuì che poteva essere lo scenario perfetto per filmare un concerto della band rock più famosa al mondo.
Live at Pompeii
Da lì nacque il film Pink Floyd: Live at Pompeii, un film-documentario-concerto che uscì nella versione per le sale cinematografiche nel 1974. L’esibizione del gruppo inglese è stata l’iniziativa che recentemente ha maggiormente catalizzato l’attenzione mondiale verso il sito archeologico. Sarà presto soppiantata dall’incontro-scontro dei miliardari biliosi?
Foto copertina: Tiberio Gracco – pompeionline.net
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