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Il rublo sprofonda ai minimi da 17 mesi: riunione d’emergenza domani per la Banca centrale russa. Ecco cosa sta succedendo

14 Agosto 2023 - 19:01 Simone Disegni
La valuta russa sfonda quota 100 nel cambio col dollaro. Ora il Cremlino preme per un nuovo rialzo dei tassi d'interesse

Segnali di allarme per le finanze pubbliche russe. Nella giornata di oggi, lunedì 14 agosto, il rublo è caduto ai minimi da 17 mesi, poco dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina: il tasso di cambio della moneta nazionale russa con il dollaro ha superato la soglia psicologica di quota 100. Sulle prime la Banca centrale di Mosca ha ostentato freddezza, facendo sapere di non percepire «alcuna minaccia alla stabilità finanziaria» a causa del deprezzamento del rublo. Ma nel pomeriggio è arrivata il cambio di rotta: domani 15 agosto si terrà infatti una riunione straordinaria del Consiglio di amministrazione della Banca per valutare la situazione e gli interventi necessari. Sul tavolo, in particolare, sembra esserci l’ipotesi di un nuovo intervento sui tassi d’interesse. Solo poche settimane fa il livello del tasso chiave era già stato alzato di 100 punti base, arrivando a quota 8,5%. Ma ora potrebbe arrivare una nuova stretta. A suggerirlo di fatto è l’intervento di un fedelissimo del presidente Vladimir Putin, il consigliere economico Maxim Oreshkin, che in un editoriale per l’agenzia di stampa Tass ha dato la sua chiave di lettura di già che sta accadendo sui mercati valutari. «La fonte principale dell’indebolimento del rublo e dell’accelerazione dell’inflazione è la politica monetaria lasca. Ma la banca centrale ha tutti gli strumenti del caso per normalizzare la situazione nel prossimo futuro», ha scritto Oreshkin. Come a dire che l’istituto guidato da Elvira Nabiulina ha davanti una strada chiara per tornare a fare del rublo una moneta forte, come vuole il Cremlino: alzare ancora i tassi. Anche se questo vorrà dire complicare la vita a chi in Russia deve prendere denaro a prestito: le famiglie, le aziende, ma anche lo Stato stesso, di fronte ai costi esorbitanti dello sforzo bellico in Ucraina. La prossima riunione della Banca centrale, con al centro il nodo dei tassi, era in programma per il 15 settembre. Ma l’intervento potrebbe arrivare ben prima: già domani. Gli effetti, però, saranno tutti da valutare. Come ricorda Reuters, all’indomani dell’invasione su larga scala dell’Ucraina la Banca centrale di Mosca alzò drasticamente i tassi al 20%: non è escluso che possa arrivare a breve un’altra mossa shock per accontentare Putin. Ma il prezzo da pagare per l’economia nazionale potrebbe essere pesante.

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