Parla il fratello di Azzurra Campari, suicida nel carcere di Torino: «Mia sorella non era tossicodipendente, sui giornali molte falsità»
«Mia sorella Azzurra non era tossicodipendente». È molto chiaro Mirko, fratello di Azzurra Campari, la donna di 28 anni che lo scorso 11 agosto si è suicidata impiccandosi al carcere Le Vallette di Torino. Nelle scorse ore molte testate giornalistiche avevano parlato di una possibile tossicodipendenza della ragazza, collegata all’aiuto che riceveva dal Sert. Il fratello ora spiega come stanno le cose. «Bene, per chi non lo sapesse al Sert va anche chi ha alcune problematiche psicologiche non collegate all’utilizzo di droga/alcool et similia, ed era il caso di mia sorella. Inoltre, se davvero fosse stata tossicodipendente avrebbe potuto scontare la sua pena in una comunità di recupero e quindi non si sarebbe trovata in carcere», si legge in un lungo post su Facebook pubblicato ieri.
«Mi sono chiesto come questa cosa fosse potuta saltare in mente a chi l’ha scritta», continua duro Mirko facendo notare che sempre più gente sta scambiando il dettaglio per vero. Inoltre, precisa: «Mia sorella non ha abbandonato l’istruzione, si era iscritta all’Ipc di Sanremo e ha lasciato al primo anno, ma in seguito ha ottenuto una qualifica di terza superiore presso Aesseffe a Sanremo». Poi, evidenzia anche che la madre, a cui ieri era stata attribuita un’accusa verso le autorità carcerarie di aver lasciata da sola la figlia che però era stata pronunciata dall’avvocata di Campari, Marzia Ballestra, «non fa la colf, ma un altro lavoro». E ancora: «Alcuni giornali dicono che nostra madre ha visto per l’ultima volta Azzurra in videochiamata, in realtà mia madre era stata in visita (di presenza quindi) nel carcere di Torino il 5 agosto»