Ucraina, Zelensky al fronte nel Donetsk per «ascoltare i problemi dei soldati». E dagli Usa arrivano nuovi aiuti per 200 milioni di dollari
Mentre procede con avanzate a singhiozzo la controffensiva contro le forze russe, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è recato in visita alle truppe impegnate sul fronte orientale, con l’obiettivo di rinsaldare il morale dei soldati – e implicitamente degli stessi cittadini e dei partner internazionali, altrettanto perplessi degli scarsi risultati sin qui ottenuti dalle operazioni estive di Kiev. «Oggi stiamo lavorando nella regione di Donetsk. Ho fatto visita alla 22a brigata meccanizzata separata, che svolge missioni di combattimento come parte del gruppo tattico Adam del gruppo operativo e tattico Soledar», ha fatto sapere su Telegram Zelensky, riferendo di aver discusso con i comandi regionale «i problemi affrontati dai combattenti e le proposte per la loro soluzione: ogni giorno ricevo informazioni generali ma ho voluto visitare singolarmente tutte le brigate per capire i problemi di ognuna di esse». Le foto pubblicate sul sito ufficiale della presidenza ucraina mostrano Zelensky a colloquio con soldati e comandanti. Intanto gli Usa hanno annunciato oggi un nuovo pacchetto di aiuti militari da 200 milioni di dollari per l’Ucraina. Il pacchetto della 44esima tranche di aiuti dell’amministrazione Biden, ha precisato il Pentagono, comprende «nuove munizioni per la difesa aerea, munizioni per artiglieria e carri armati, armi anticarro e altre attrezzature per aiutare l’Ucraina a contrastare la guerra di aggressione della Russia».
La situazione sul terreno
Le autorità di Kiev sostengono di aver compiuto nelle scorse ore ulteriori progressi intorno a Bakhmut: «Dall’inizio della controffensiva, più di dieci settimane fa, in totale sono stati liberati 40 chilometri quadrati sul fianco sud del settore Bakhmut», ha precisato in un intervista alla tv di stato la vice ministra della Difesa, Ganna Malyar. Si combatte anche a Kharkiv e Lugansk, e vicino a Kupyansk e Lyman. Le forze ucraine si trovano nel villaggio di Uroshayne, nel sud della regione di Donetsk. Malyar ha anche confermato l’avanzamento sulla riva del fiume Dnipro, al lato opposto di Cherson.
Bambini in pericolo
Le autorità del Donetsk, nell’Ucraina orientale, sono pronte a evacuare con la forza dalle zone più calde della regione 388 bambini ed i loro genitori, se questi ultimi si opporranno a lasciare le proprie case. Ad annunciarlo su Telegram è il capo dell’Amministrazione militare regionale, Pavlo Kyrylenko. «Per quanto riguarda i bambini rimasti, solo i genitori prendono decisioni su di loro. Ma se capiamo che, sfortunatamente, i genitori non decideranno (di evacuare), la Commissione regionale per la sicurezza tecnologica ed ecologica e le situazioni di emergenza deciderà in base alla decisione del Consiglio dei ministri di evacuare i bambini con i loro genitori in modo forzato. Ci sono 388 di questi bambini: in parte dei distretti di Bakhmut e Kramatorsk», ha affermato Kyrylenko. Tutti i bambini provenienti da famiglie adottive sono già stati portati in regioni più sicure del Paese, ha aggiunto.
Soccorsi difficili
Gli attacchi russi del fine settimana nelle regioni ucraine di Cherson e Odessa «hanno colpito anche gli operatori umanitari e la nostra capacità di sostenere coloro che soffrono le conseguenze della guerra». Lo ha detto oggi la coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite in Ucraina, Denise Brown, come riporta Ukrinform. I residenti delle regioni di Cherson e Odessa hanno vissuto un fine settimana «particolarmente difficile» a causa degli attacchi russi contro i civili e le infrastrutture civili, che hanno causato molti morti e feriti, compresi bambini, ha affermato l’alta funzionaria. Brown ha sottolineato che ieri gli operatori della ong Adra hanno dovuto interrompere la distribuzione di generi di prima necessità dopo che il loro magazzino e le loro auto sono stati danneggiati dai bombardamenti nella regione di Cherson.
(foto copertina di repertorio ANSA/FILIPPO VENEZIA)