Dopo Libano e Kuwait anche l’Algeria vieta Barbie: «Promuove l’omosessualità e non rispetta i nostri valori»
Dopo quasi un mese dall’uscita, il film Barbie di Greta Gerwig continua a far parlare di sé. Dopo Libano, Kuwait e Vietnam, oggi anche l’Algeria ha deciso di vietare la proiezione della pellicola record di incassi al botteghino globale. Le sale cinematografiche del Paese si sono viste recapitare una notifica del ministero della Cultura, spiega il giornale algerino El Watan, di stop immediato del live action, che da tre settimane – riporta Cnn – registrava un sold out nei cinema di Algeri, Orano e Costantina. I funzionari algerini lo accusano, infatti, di «attentato alla moralità». Il film «promuove l’omosessualità e non rispetta le credenze religiose e culturali dell’Algeria», ha detto una fonte informata all’agenzia di stampa Reuters. Mercoledì scorso, il Libano ha deciso di censurare il film per le stesse ragioni: promozione «dell’omosessualità e del cambio di genere». Per il ministro Mohammad Mourtada, Barbie sosterrebbe, oltre, «un rifiuto alla paternità, mina e ridicolizza il ruolo della madre e mette in discussione la necessità del matrimonio e della genitorialità». Il giorno dopo, il Kuwait ne ha vietato la proiezione perché accusato di «aver minato la morale pubblica». L’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e l’Egitto hanno deciso di far slittare la sua diffusione al 30 agosto con l’obiettivo di rivedere la trama «per renderla più conforme ai valori morali e sociali del Paese». Barbie non è ancora arrivato nelle sale in Qatar e sta andando male in Corea del Sud, dove gli spettatori l’hanno giudicato troppo femminista. Il Vietnam, dal canto suo, ha vietato la proiezione della pellicola per motivi puramente politici, vista l’apparizione nel film di una mappa che mostra i confini marittimi contesi tra il Paese e la Cina.