Luca Mercalli e il disastro di Bardonecchia: «Non era prevedibile. L’ecoansia? Non serve»
Il meteorologo Luca Mercalli dice che il disastro di Bardonecchia non era prevedibile. E che le caratteristiche geografiche della valle sono instabili. Mentre secondo l’esperto l’ecoansia deve essere trasformata in attenzione. «Ovunque c’è un livello di rischio meteorologico un po’ più elevato rispetto al passato, non solo in montagna. È giusto esserne consapevoli, non farsi prendere dal panico, e rimanere aggiornati. Ci basta il telefono, ce l’abbiamo tutti». Secondo il meteorologo, che parla in un’intervista a La Stampa, «un episodio come quello che abbiamo visto non aveva tempi di preavviso. Io avevo parcheggiato l’auto accanto al fiume proprio la sera prima, anche se fossi stato sul posto non avrei potuto farci nulla. Non c’erano segni premonitori, il fiume me l’avrebbe portata via. Il temporale era lontano da Bardonecchia, era in alto sulla montagna, verso il confine con la Francia. Anche se in Piemonte c’è una delle reti meteorologiche migliori di Italia, la natura stessa dei temporali impedisce di dire con esattezza dove e a che ora si verificano. Io stesso sarei stato travolto se mi fossi trovato lì quella sera».
L’esondazione
Mercalli spiega che l’esondazione «è una questione meteorologica e geologica insieme. Le montagne della Val Susa hanno terreni estremamente friabili e instabili. Quando ci sono delle piogge anche modeste, come in questo caso, si creano delle vere e proprie colate di fango. Domenica sera sono scesi 30 mm di acqua, che non è tantissima, ma in un breve periodo di tempo. A valle è arrivato un flusso di roccia e detriti,che pesa 2 mila litri al metro cubo, il doppio dell’acqua. Per questo ha un maggiore potere distruttivo ed è poi in grado di portare via le macchine, come è successo».
L’allerta
L’allerta non è partita perché «esisteva la previsione di temporali la sera e questo è già sufficiente. L’allerta deve essere motivata da intensità ed estensione. In questo caso, il temporale si estendeva per 500 metri, era modesto. Le stazioni meteorologiche hanno registrato una pioggia da 3 mm. Anche se poi nell’epicentro ne sono venuti giù 20 mm, non sono tanti. Il problema non è stato il temporale di per sé, ma la combinazione con un territorio predisposto a questi rischi».
Informati e attenti
Infine, anche se l’esondazione non si poteva prevedere, Mercalli dice che «se fosse capitato a me, che conosco questi fenomeni ed ero lì 24 ore prima, magari al primo boato avrei avuto quei 10 secondi di anticipo rispetto a chi non sapeva cosa stesse succedendo. È importante essere informati e attenti, sapendo però che non tutto si può prevedere con anticipo. Giusto guardare le previsioni meteo e tenerne conto nel momento in cui si pianifica un’uscita. Ricordiamoci però che non si può controllare tutto. Che esistono diverse categorie di rischio, come quando si va in strada. L’ansia non evita che un ubriaco in macchina ti possa investire. Ma se l’ansia viene trasformata in attenzione, magari può salvarti la vita».